IL RE DEL TERRORE

prima serie N°1

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    Re del terrore

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    CITAZIONE (soap98 @ 8/5/2014, 20:27) 
    CITAZIONE (DK Iudika @ 8/5/2014, 14:20) 
    Angela Giussani non ha mai disegnato un albo di Diabolik (nonostante ci sia una "leggenda" che vuole sia stata lei a disegnare il primo numero di Diabolik, nella versione uscita in edicola nel novembre del 1962... notizia naturalmente falsa).
    In realtà, Angela Giussani non ha mai amato molto i disegni dei primi due numeri di Diabolik e quando si presentò l'occasione di ristamparlo nel 1964, affidò a Marchesi (famoso soprattutto per aver disegnato il numero 3 di Diabolik, "L'arresto di Diabolik", esordio di Eva Kant) il compito di ridisegnare "Il re del terrore".

    Mi sono espresso male quando o detto che era stata Angela a ridisegnarli perchè ovviamente non aveva senso, ma visto che siamo in vena di leggende e vero che Zarcone (anche detto il tedesco dalle Giussani) dopo aver finito di disegnare il primo numero di diabolik e scomparso nel nulla e nessuno ne ha più saputo nulla?

    Così si dice. E' una delle tante leggende che avvolgono la primissima esperienza editoriale di Diabolik.
    C'è chi dice che è scomparso nel nulla, c'è chi dice che non è mai esistito, c'è chi dice che è esistito e sa anche dove si trova la tomba e dove si trovano alcuni parenti... ma tutte queste informazioni sono state smentite dalla casa editrice.
    In una intervista Gomboli disse che durante i festeggiamenti del ventennale Angela Giussani ingaggiò un investigatore privato che potesse fare delle indagini e "ritrovare" il misterioso Zarcone, ma il tutto si concluse con un nulla di fatto.
     
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  2. Diabetik
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    DK IUDICA: con il tuo ultimo messaggio mi pareva di essere a "Mistero"! :D
    Anche io avevo letto da qualche parte di Zarcone, ma non ci avevo fatto caso più di tanto.. ora vado a documentarmi!
     
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  3. Manu1234567
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    Un numero 1 a tutti gli effetti...
    Molto diverso dai canoni attuali del nostro eroe.
    Non si ferma davanti niente, lascia tracce false(il corpo ritrovato nel fiume)ed è spietato proprio come piace a me.
    Bellissima la scena in cui la marchesa de semily definisce DK l'incarnazione del demonio, a grande effetto la sena dell'assasinio della stessa e assolutamente geniale la trovata dello spaventapasseri anche se ginko poteva essere più astuto...
    Belli i disegni di Zarcone anche se a tratti troppo banali.
    Nella versione di Marchesi ho trovato molti meno errori...
    voto versione Zarcone 8.5
    voto versione Marchesi 9.0
     
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    CITAZIONE (MikiMozgus @ 23/8/2011, 18:16) 
    Anzi, io spero che i primi 15 episodi di Dk vengano remakeizzati così da togliere eventuali incongruenze col personaggio che sarebbe diventato dopo pochi numeri ;)

    Moz-

    Anche io ci spero proprio, in particolare per poter confrontare le prime storie con la grafica attuale e per vedere quei numeri "immortali" e imperdibili con appunto disegni più moderni.
     
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    Re del terrore

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    Su Twitter ci hanno linkato quest'articolo tratto dal volume "I numeri 1" uscito pochi mesi fa e che parla del disegnatore del primo Diabolik. Mi sembrava interessante riportarlo, anche perchè si dà un volto al misterioso "Tedesco" :)

    Testimonianze - Il mistero di Zarcone
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    Per lungo tempo non mi sono mai posto il problema di chi fosse il primo disegnatore di Diabolik. All’epoca – parliamo di metà anni Sessanta – vivevo a Genova e scoprii il Re del Terrore solo dal terzo numero, disegnato da Gino Marchesi, in un’edicola di via Giovanni Torti, di fronte al cinema Eden (oggi c’è un supermercato, sob!).

    I precedenti due albi nella loro versione originale li vidi solo svariati mesi dopo. Anche perché le Giussani, non contente del risultato grafico di quei due numeri, all’atto della ristampa dei primi diciassette, li avevano fatti ridisegnare da Marchesi. Quindi per me, come per molti altri, Marchesi e il bravissimo Enzo Facciolo erano i soli disegnatori di Diabolik.
    Dovete sapere che di fronte a casa mia c’erano gli uffici editoriali di Giovanni De Leo e che suo figlio maggiore faceva il tragitto con me in autobus di ritorno da scuola. Il padre, venuto a conoscenza della mia passione per i fumetti, mi prese in simpatia e iniziò a raccontarmi, giorno dopo giorno, la romanzata storia della sua vita e delle persone con cui aveva lavorato: Gian Luigi Bonelli, Rino Albertarelli, Antonio Canale, Angelo Saccarello, Renzo Barbieri, Gallieno Ferri, Pierre Mouchott…

    Un sabato mattina, vedendomi uscire di casa, mi chiamò e mi disse: «Ho comprato le rese di una nuova pubblicazione che ha venduto poco e niente. Sono su quel camion. Prendi quelle che vuoi.» Dentro c’erano diecimila copie del primo numero di Diabolik. Per educazione, purtroppo, ne presi solo una. Anzi, arrivato a casa, mi ricordo che l’aprii e subito la richiusi. I disegni erano orrendi (agli occhi di un ragazzo di 13 anni affascinato da Raymond e Foster… Si pensi che anche a 17 ho detto a Pratt che le sue tavole della Ballata non mi piacevano… Orrore!).
    Volevo riportargliela indietro, ma per fortuna non lo feci. Per me il disegnatore di quel primo numero era Brenno Fiumali, che aveva firmato la copertina. E così scrissi a matita il suo nome nella prima pagina, come feci in quella di alcuni numeri di “Alboromanzo Vamp”, dove avevo individuato lo stesso stile di disegno. La copia rimase a lungo in una scatola. Finché, un giorno, fu raggiunta dal secondo numero, che mi aveva regalato Angela Giussani, dicendomi che lo aveva fatto disegnare da una amica modista, Calissa Giacobini che si firmava Kalissa.

    Nel 1974, quando il vulcanico Lodovico Bevilacqua, direttore generale della Dardo, mandò in stampa il volumone rosso di Diabolik, Angela volle che io stilassi la prima cronologia della testata. In quell’occasione il numero d’esordio della collana non fu attribuito a Brenno, perché nel frattempo era emersa la misteriosa figura de “Il tedesco”, autore del n. 1. Era costui un disegnatore italiano, trentenne, di carnagione chiara, che veniva in redazione accompagnato da un bambino biondo, avuto dalla relazione con una donna tedesca. Nessuno si ricordava il suo nome. Solo il soprannome, “Il tedesco”. Sembra che vivesse in una pensione e che consegnasse le pagine sempre in ritardo. Brenno Fiumali e altri affermavano che il dottor Sansoni e Pier Carpi gli facevano addirittura la posta sotto la pensione per costringerlo a lavorare. Quanto detto corrisponde certamente al vero. Ma i due non lo aspettavano per le tavole di Diabolik – alla cui realizzazione Gino Sansoni era totalmente estraneo – ma per quelle di Alboromanzo Vamp. Tutto questo è quanto si sapeva del misterioso “tedesco”. Oltre al fatto che, dopo quella prima esperienza con le Giussani e con Sansoni, aveva fatto perdere definitivamente ogni sua traccia.
    Nel 1992, quando Paolo Ferriani e Franco Spiritelli pubblicarono il primo tomo di Grandi Eroi, dedicato a Diabolik, anche “Il tedesco” ebbe un nome: Zarcone. In un primo momento, lo confesso, pensai che Luciana, stremata dalle insistenze di Paolo, si fosse inventata un nome a caso. Magari quello del suo macellaio…

    Nel 2005, per allestire le nuove teche espositive del Muf [il Museo del Fumetto di Lucca, N.d.R.], Mario Gomboli mi affidò le tavole originali del primo numero di Diabolik (sia quelle di Zarcone sia quelle di Marchesi) e mentre sfogliavo le prime, mi venne voglia di saperne di più sul misterioso “tedesco”. Decisi quindi di fare la cosa più semplice del mondo. Andai in Astorina e chiesi a Brenno: «Ma tu l’hai mai incontrato Zarcone?» «Certo» mi rispose candidamente. «E sapresti farmi un ritratto?» Senza rispondere, Brenno abbandonò il pennello con il quale stava inchiostrando una tavola del Re del Terrore, prese la matita e iniziò a disegnare.

    In pochi secondi si materializzò sotto i miei occhi il volto di un uomo avvolto nel mistero per quarantatré anni. Emozionatissimo uscii dall’ufficio di via Boccaccio, ancora incerto su cosa avrei fatto con quello schizzo a matita. Il giorno dopo, forse non contento del risultato, Brenno mi mandò un secondo ritratto di Zarcone, questa volta ripassato a china. L’uomo era decisamente più giovane e un po’ più diaboliko. Purtroppo, per una serie di motivi, quei due bozzetti non sono mai usciti dal cassetto della mia scrivania. E solo ora sono in grado di mostrarveli. Ma c’è di più.

    Anni fa, su Wikipedia, comparve un’affermazione a dir poco curiosa. Vi si diceva che, sul primo numero de «Il Grande Diabolik», Alfredo Castelli avrebbe affermato: «Diabolik fu disegnato per la prima volta da Francesco Zarcone, di Bagheria, chiamato “il tedesco”, perché sposò una tedesca. Aveva una macelleria a Bagheria (PA), insieme al fratello Paolo Zarcone, che vendette per trasferirsi con la sua famiglia a Busto Arsizio». Niente di più falso, come ho potuto verificare di persona parlando con i diretti interessati.
    Tante volte ho sentito persone che dicevano di sapere dove viveva Zarcone. Ma il misterioso disegnatore ha deciso di non farsi trovare. E io rispetto la sua scelta. Sperando che Angelo Zarcone non si offenda se sveliamo il suo nome e, grazie a Brenno, mostriamo due ipotesi del suo misterioso volto.

    Gianni Bono

    Testo redatto per il volume Diabolik - I numeri 1, Nicola Pesce Editore, 2015
     
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    Questo albo l'ho recuperato in una versione che sembra rifilata rispetto al formato tradizionale, e con costolina celeste senza titolo. :blink:
    Non saprei dire se è una ristampa della prima versione del '62 o la seconda del '64: la copertina non riporta alcun "logo" indicativo...

    In precedenza l'avevo recuperato in versione scansionata, e l'ho riletto per la prima volta cartaceo poco più di un mese fa.
    Diciamo subito che non ho capito il senso di quei retina sbavati e privi di alcuna utilità se non di oscurare dettagli dei volti senza offrire alcun effetto tridimensionale. Il "caso" è abbastanza interessante ma non si capisce il filo logico che porta Ginko a Marsiglia! Trova la ferrovia bloccata e va a Marsiglia, bah! Diabolik sembra più un vampiro o un demone che un ladro.
    Spesso i numeri 1 non sono delle cime e questo albo, per trama e disegni, non è da meno. -_-
     
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    CITAZIONE (Gas75 @ 1/6/2018, 17:25) 
    Questo albo l'ho recuperato in una versione che sembra rifilata rispetto al formato tradizionale, e con costolina celeste senza titolo. :blink:
    Non saprei dire se è una ristampa della prima versione del '62 o la seconda del '64: la copertina non riporta alcun "logo" indicativo...

    La versione che ho io è una anastatica edita dalla Max Bunker Press una ventina d'anni fa... e si tratta di una anastatica seria, che riprende completamente l'albo in tutto e per tutto, compresi colori e numeri di pagina. Non ricordo dove siano i contrassegni per individuarla... però è la versione del '62, la prima. La riconosci per una qualità decisamente inferiore dei disegni: emblematica è la scena in cui Ginko illumina gli occhi di Diabolik al buio. Nella prima versione ci sono le lame d'ombra che dovrebbero rendere tutto più realistico, ma che in realtà appesantiscono inutilmente il disegno; nella seconda si vede il classico sguardo diaboliko, magari un po' più allucinato.
     
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  8. dema06
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    Finalmente mi è arrivato il primo insieme al secondo! dico solo che ne voglio prenderne altri XD...cmq è stato un pò cattivello diabolik facendo credere a gustavo e alla mamma di essere pazzi XDXD
     
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