LA FINE DI DIABOLIK

Anno XII N.11

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    Collezionista di Harmony e Romanzi Mondadori, amante di Criminal Minds. Diabolik, Tex e della Disney...

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    DIABOLIK
    LA FINE DI DIABOLIK
    Anno XII



    12-11r12-11f



    Data di uscita: 28/05/1973

    Testi: A. e L. Giussani
    Disegni: F. Paludetti -G. Coretti



    Un laser portatile e una coppia di giovani sposi. Cosa li collega al nuovo colpo di Diabolik? L'agghiacciante risposta è: la sua morte!


    Questa è la copertina dell'edizione Swiisss, in uscita a luglio 2014:

    12-11r12-11f



    Edited by DK Iudika - 30/8/2018, 19:22
     
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    NOTA: Ho inserito l'immagine della copertina in versione Swiisss aggiungendola alla vecchia discussione.
    Anche in questo caso, è possibile confrontare la copertina dell'Inedito uscito nel 1973 con la relativa Ristampa zoomata.
     
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    Approfittando dell'uscita Swiisss dell'episodio, volevo parlare di questo albo nel suo piccolo storico.
    Storico perché credo che sia la storia che segna il debutto nel panorama fumettistico di Giancarlo Berardi, il papà di Ken Parker e di Julia e sicuramente uno dei più importanti autori e scrittori del mondo delle nuvole parlanti.
    Storico perché la trama presenta alcune caratteristiche che, sebbene riprese più volte in futuro, per il 1973 rappresentano sicuramente degli aspetti degni di nota e quasi inediti.
    Innanzitutto i personaggi sono mossi benissimo: l'astuzia di Diabolik è incredibile, il piano che riesce a creare per impossessarsi dei diamanti della compagnia diamantifera è quanto di più geniale ci sia, ma è soprattutto Eva a fare la voce grossa. Una Eva talmente innamorata del suo uomo che, pur di non far rischiare l'arresto per via del possibile tradimento di Titti, è disposta a costituirsi e a sacrificarsi, a mettere in pericolo la sua incolumità in quanto quella del suo compagno è ben più importante (per lei). E la reazione di Diabolik al comportamento di Eva è proprio una reazione da grande innamorato ("Quando sono tornato a Ghenf con i diamanti, e nel rifugio ho trovato la vera Titti, ho passato dei momenti angosciosi. [...] Non ti avrei mai fatto correre un simile rischio."). Insomma, siamo di fronte a personaggi ben delineati, ben maturi e con una profonda introspezione psicologica. Lo stesso Ginko, quando pensa che il suo più grande nemico sia morto, si lascia andare ad una considerazione sul maledetto criminale che colpisce proprio per la sua grande maturità tanto da sorprendere lo stesso Gustavo Garian ("Ginko... Sembra quasi che tu abbia pietà di lui...").
    E da queste considerazioni, penso che si riesca a capire ulteriormente perché Diabolik sia un fumetto che va avanti benissimo nonostante pochissimi personaggi principali (tre + Altea). E la complessità loro, la maturità, il loro essere veri che ne decreta il successo pluriennale.
    Il merito, oltre agli autori dei testi, va sicuramente dato anche ai meravigliosi disegni del duo Paludetti - Coretti, veri maestri del fumetto italiano, grandissimi artisti che tanto hanno dato al re del terrore.


    Una storia che è sicuramente da leggere, una sorta di MUST per chiunque ami Diabolik e per chiunque voglia avvicinarsi a Diabolik.
     
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    CITAZIONE (DK Iudika @ 18/7/2014, 18:49) 
    Approfittando dell'uscita Swiisss dell'episodio, volevo parlare di questo albo nel suo piccolo storico.
    Storico perché credo che sia la storia che segna il debutto nel panorama fumettistico di Giancarlo Berardi, il papà di Ken Parker e di Julia e sicuramente uno dei più importanti autori e scrittori del mondo delle nuvole parlanti.

    Mi spiace deluderti, ma non è così.
    Questo Diabolik è tra le prime cose che ha fatto, ma prima ancora aveva già pubblicato - in coppia con Milazzo, con cui creerà Ken Parker - la striscia umoristica "Il Palafita" (sulla rivista "Sorry") e alcune storie per le riviste "Horror" e "Super Vip" di Gino Sansoni.
     
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    CITAZIONE (rob.seven @ 18/7/2014, 19:38) 
    Questo Diabolik è tra le prime cose che ha fatto, ma prima ancora aveva già pubblicato - in coppia con Milazzo, con cui creerà Ken Parker - la striscia umoristica "Il Palafita" (sulla rivista "Sorry") e alcune storie per le riviste "Horror" e "Super Vip" di Gino Sansoni.

    Non conoscevo queste sue primissime esperienze, avevo provato a ricostruire quelle sue prime volte in base all'articolo pubblicato su "La Diabolika Astorina" tratto da Ken Parker Collection n. 5, Panini Comics, 2004, ad opera dello stesso Berardi.

    QUANDO INCONTRAI DIABOLIK
    di Giancarlo Berardi

    Bionde, raffinate, aristocratiche: tutto sembravano, meno che dedite al crimine disegnato. Le sorelle Giussani. Le autrici di Diabolik.
    La stanza era arredata sobriamente, con mobili anni Cinquanta, biondi anche loro. Sulla parete dietro la scrivania, il viso incorniciato di Tyrone Power lanciava occhiate minacciose sotto un paio di sopracciglia ipertrofiche.
    Il tono di voce, basso ma deciso, equilibrò subito l'impressione di mitezza: "I disegni non vanno bene".
    Ivo Milazzo si irrigidì sulla sedia. Era Angela che parlava, forse per diritto di anzianità; Luciana annuiva. "Per quanto riguarda le storie", si rivolsero al sottoscritto, "paghiamo centocinquantamila lire a soggetto. Se vuole provare..."
    Nei primi anni Settanta era una cifra enorme. Risposi di si e canticchiai l'inno Pump and Circumstance fino a casa. Ivo si consolò col fatto che, di solito, dove entrava uno dei due, prima o poi s'infilava anche l'altro.
    Mi misi subito al lavoro e nel giro di dieci giorni ero di ritorno in via Boccaccio. Mi fecero leggere la trama a voce alta, in un silenzio mistico, interrotto solo da pochi fendenti verbali: "Questa scena è già apparsa nel numero trenta", "Questo trucco l'abbiamo usato nel quarantasette", "Questo personaggio ne ricorda uno del numero settantadue"... Ogni volta che il soggetto veniva decurtato di una scena, il compenso veniva ridotto di diecimila lire. Alla fine me ne andai strascicando i piedi, con venti "sacchi" in saccoccia e il Deguejo che mi risuonava nelle orecchie. In più, come succede ai principianti, mi ero messo in testa di migliorare il personaggio. Facendo leva sui miei gusti umanistici, immersi Diabolik - che non brillava per sentimentalismi - in un brodo romantico, da cui uscì più simile a Lord Byron che a Fantomas. I titoli dei racconti erano Il figlio di Diabolik, Due rose per Eva... Un anticipo della collana Harmony.
    Pazientemente, forse intenerite dalla mia giovane età, le sorelle Giussani mi spiegarono che i personaggi degli altri vanno rispettati per quello che sono, che se Diabolik non è un tenerone vuol dire che al pubblico piace così, e che cambiarlo significava perdere il favore dei lettori, dopodiché loro chiudevano e io restavo senza lavoro. Una lezione di cui ho tenuto conto per tutta la mia carriera.


    Dalla lettura di questo breve testo, ho avuto l'impressione che la storia "decurtata" di varie scene sia propria "La fine di Diabolik" sia perché, rispetto a "Due rose per Eva", ha un'atmosfera meno berardiana, sia perché la mano delle Giussani si sente pesantemente in tutta la vicenda (cosa, ad esempio, che si avverte molto meno in "Due rose per Eva").
    Sarebbe veramente interessante riuscire a ricostruire in parte la genesi di queste storie ormai lontano nel tempo, cosa che purtroppo è quasi impossibile.
     
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    Riletto ieri dopo non so quanti anni... avevo la R, ma non so che fine possa aver fatto, e l'ho ricomprato in edizione Swisss.

    Come già sottolineato dal presidente del Lupo Fan Club (:P) sono molto interessanti le riflessioni di Ginko sulla figura di Diabolik: se oggi il profilo del maledetto criminale è chiaro a tutti i lettori, un'analisi così della sua personalità, nel '73, credo fosse tutt'altro che scontata.

    E veniamo all'angolo dello scassamaroni, che è quello che mi viene meglio: cosa c'è che secondo me non funziona nel piano di Diabolik?

    a. Se, come previsto, si fosse consegnata a Ginko la vera Titti Jeffer, in quale universo questa avrebbe saputo imitare la voce di Eva Kant che l'ispettore ben conosce?

    b. Di conseguenza, come si spiegherà il presumibile cambio di voce attuato da Eva una volta tolta la prima maschera?


    Dato statistico da aggiungere alla mia nuova fissazione: Eva si rivolge a Ginko dandogli del "voi". :D
     
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    Tornato di vacanza, mi precipitai a comprarlo.
    Concordo con Dk Iudica su tutti gli aspetti, una storia memorabile, Mi piace molto la copertina, che non fa vedere la presunta morte di Diabolik, ma bensì, Eva abbracciata a Ginko, bella l'idea! La Splash page è qualcosa di straordinario! La retro è carina.

    Però, una cosa mi ha insospettito.
    Tavola 71. Dopo un memorabile dialogo sulla figura di Diabolik, GInko e Gustavo escono di macchina prima di fare la drammatica scoperta. Ed è proprio nella vignetta in cui i due scendono di macchina che Ginko chiede a Gustavo se voleva salire nel suo ufficio. Ho subito pensato che voleva dirgli qualcosa inerente a Diabolik, e ci sono rimasto malissimo quando non si è più scoperto cosa voleva dirgli! :wacko: Sì, lo so, magari volevano solo fare due chiacchiere e parlare di donne, ma la cosa mi ha lasciato di sasso! :D

    Voto: 9
     
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    La scena più bella è quella di tav.40, l'ingresso di Eva Kant sulla scena dell'incidente ha un impatto travolgente e allo stesso tempo apre al ricordo della sua prima apparizione, quella famosa camminata nella hall dell'albergo con i camerieri a osservarla, ne "L'arresto di Diabolik".
    L'innovazione nel fumetto Diabolik, siamo nel 1973, vede il Re del Terrore ricorrere a uno stratagemma al limite pur di liberare il campo da ogni protezione nei suoi confronti. Fingersi morto, con tanto di scena spettacolare, e per avvalorare la credibilità della dipartita, quale miglior modo se non lasciare Eva costituirsi. Poi scopriremo che i fatti non sono andati proprio come il nostro aveva pensato, ma questo crea un finale di storia tra i più intensi del periodo.
     
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    Mi piace il fatto che si sia sviluppato un minimo di discussione riguardo questo albo. Sono anche convinto, però, che l'analisi di Neogrigio (da scassamaroni :P) sia un'analisi lucida, attenta e non priva di fondamento.
    In sostanza, ha trovato una piccola grande falla nella trama imbastita dalle Giussani e da Berardi.

    Secondo me, infatti, non la si risolve. Eva dovrebbe essere in grado di imitare tutte le voci e cambiare dalla sua a quella di Titti con estrema facilità (cosa che di fatto avviene in quanto Eva si presenta con la maschera di Titti e con il suo volto), ma se ci fosse andata davvero Titti come avrebbe fatto a cambiare voce con così altrettanta facilità? L'unica soluzione (ma che sa molto di arrampicata sugli specchi) è il fatto che, durante la sua prigionia, Diabolik e Eva abbiano "addestrato" Titti ad imitare la voce di Eva facendola ascoltare più e più volte e cercando di insegnarle l'arte dell'imitazione.


    Molto bella invece la considerazione di Tonino sull'entrata in scena di Eva Kant. Ed è bello anche pensare alle differenze tra le due apparizioni: sicura di sé ed enigmatica in "L'arresto di Diabolik", distrutta e disperata in "La fine di Diabolik".
     
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    CITAZIONE (DK Iudika @ 27/7/2014, 10:57) 
    Mi piace il fatto che si sia sviluppato un minimo di discussione riguardo questo albo. Sono anche convinto, però, che l'analisi di Neogrigio (da scassamaroni :P) sia un'analisi lucida, attenta e non priva di fondamento.
    In sostanza, ha trovato una piccola grande falla nella trama imbastita dalle Giussani e da Berardi.

    Secondo me, infatti, non la si risolve. Eva dovrebbe essere in grado di imitare tutte le voci e cambiare dalla sua a quella di Titti con estrema facilità (cosa che di fatto avviene in quanto Eva si presenta con la maschera di Titti e con il suo volto), ma se ci fosse andata davvero Titti come avrebbe fatto a cambiare voce con così altrettanta facilità? L'unica soluzione (ma che sa molto di arrampicata sugli specchi) è il fatto che, durante la sua prigionia, Diabolik e Eva abbiano "addestrato" Titti ad imitare la voce di Eva facendola ascoltare più e più volte e cercando di insegnarle l'arte dell'imitazione.

    Secondo me queste sono discussioni che si fanno oggi, all'epoca la storia filava liscia per come è sempre stato il personaggio diabolik. Nel senso che si sapeva che i due criminali imitavano chiunque. In ogni caso Ginko non conosceva la voce di Titti, vorrei farvi notare, lui non c'era al matrimonio. ;)
     
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    CITAZIONE (unododici @ 27/7/2014, 11:01) 
    Secondo me queste sono discussioni che si fanno oggi, all'epoca la storia filava liscia per come è sempre stato il personaggio diabolik. Nel senso che si sapeva che i due criminali imitavano chiunque. In ogni caso Ginko non conosceva la voce di Titti, vorrei farvi notare, lui non c'era al matrimonio. ;)

    Sicuramente sono discussioni che per l'epoca non avevano senso in quanto per quegli anni la caratterizzazione dei personaggi e l'andamento generale delle trame portava anche a queste "licenze poetiche". E infatti le considerazioni di Neogrigio (e di conseguenza le mie) nascono da una contestualizzazione attuale di Diabolik (oltre quarant'anni dopo l'uscita in edicola di questa storia).
    Non sono invece d'accordo sul fatto che la non conoscenza di Ginko riguardo la voce di Titti sia una giustificazione all'errore. Primo perché penso che Ginko la voce di Titti la conoscesse molto bene (anche se è assente al matrimonio, dai dialoghi si capisce benissimo che c'è una certa confidenza, magari maggiore con Altea, ma di certo non completamente assente in Ginko) e poi perché, anche se non l'avesse conosciuta, Titti avrebbe dovuto imitare la voce di Eva una volta smascherata ed è strano che potesse avere questa capacità. :)
     
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    Però lasciami dire che spesso si è attuato il sistema in extremis, voce bassa. Quindi volendo si poteva attuare questo, ma visto che nessuno sapeva che Eva era veramente Eva ;)
     
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    CITAZIONE (unododici @ 27/7/2014, 12:09) 
    Però lasciami dire che spesso si è attuato il sistema in extremis, voce bassa. Quindi volendo si poteva attuare questo, ma visto che nessuno sapeva che Eva era veramente Eva ;)

    Il sistema in extremis della voce bassa è stato attuato anche da Eva o dallo stesso Ginko più volte ed è un sistema efficace, ma che funziona solo se limitato nel tempo e limitato nell'uso. Dover pensare che una Titti qualunque (che non è né Eva, né Diabolik, né Ginko) possa avere la capacità di sostenere una parte diversa dalla sua imitando una voce, appare un po' stonato. Poi non succede niente di tutto questo perché Eva fa la parte di Titti e di Eva e quindi il problema non si pone.
    Ma se Eva non avesse fatto tutto ciò, non ti sembra anche a te che far sostenere a Titti la parte di Eva fosse una falla nel piano orchestrato da Diabolik?
    Ripeto, l'unica spiegazione che riesco a dare (ma che sa molto di arrampicata sugli specchi) è il fatto che i due criminali l'abbiano opportunamente istruita durante il periodo di prigionia e soltanto poi, una volta che Eva aveva capito le sue reali intenzioni, la bionda Lady aveva deciso di prenderne il posto.

    Edited by DK Iudika - 28/7/2014, 07:29
     
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    Al di là della storia molto bella e che tiene il lettore con il fiato sospeso fino all'ultimo, vorrei soffermarmi sulla copertina della versione Swiisss zoomata: la mano destra di Eva, appoggiata a Ginko, è alquanto inquietante.
    Non so voi, ma a me fa uno strano effetto.
     
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