E, in due/tre vignette, lo sguardo di Diabolik è molto enfatizzato anche quando indossa una maschera. Un caso? Secondo me, no: credo che si voglia mettere il lettore nella condizione psicologica di accettare meglio il fatto che Bettina riconosca Diabolik dallo sguardo benché sia camuffato. Ecco, questo, mi ha fatto un po' storcere il naso.
Ovviamente, per il ritorno di un personaggio così amato, le aspettative sono alte. Molto alte. Troppo.
E non perché la storia non funzioni - la vicenda è ben congegnata, anche se il coinvolgimento di Rakar è abbastanza telefonato - ma perché la Bettina post-adolescente è, fisiologicamente, un personaggio diverso dall'adorabile bambina di
Angoscia e
Vile ricatto. Rimane inalterato l'innato talento di ficcarsi suo malgrado nei casini, in compenso
Dopo aver letto l'episodio capisco la titubanza di Gomboli e soci (cui si fa cenno nell'editoriale) nello sviluppare un soggetto che coinvolgesse la giovane amica di Diabolik: in un modo o nell'altro bisognerebbe ridisegnare la relazione affettiva fra lei e la coppia in nero. Mi spiego meglio: se le dinamiche dell' rapporto fra i due criminali e un Saverio Hardy sono ben chiare, quelle fra loro e la Bettina adulta - di fatto - non esistono. Costruire quindi una storia che la coinvolga è estremamente complicato, e per quanto alla fine leggiamo un albo ricco d'azione e con un ritmo serrato che non si può che promuovere nel suo complesso, rimane comunque un senso di incompiutezza riguardo a quello che era il motivo di interesse principale.
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