IL CORAGGIO DI ALTEA

Inedito ottobre 2014

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    Re del terrore

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    Diabolik Inedito
    IL CORAGGIO DI ALTEA
    Anno LIII



    53-10r53-10f



    N° 10
    Data uscita: 01/10/2014
    Pagine: 120

    Soggetto: M. Gomboli - T. Faraci - A. Pasini
    Sceneggiatura: A. Pasini - R. Finocchiaro
    Disegni: M. Buffagni
    Copertina: M. Buffagni



    I servizi segreti del Beglait sono preoccupati: pare che i Corvi Grigi stiano preparando il loro ritorno sulla scena. Lo "zio Volpone" di Altea si confida con la nipote, ed è proprio lei a suggerirgli un piano originale. Forse troppo.


    Edited by DK Iudika - 27/4/2018, 17:13
     
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    Re del terrore

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    Non mettono il numero 50 con la faccina di Altea?
     
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    Re del terrore

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    Questo episodio sarà storico, me lo sento^^

    Moz-
     
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  4. Frank DK
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    Grafica troppo moderna!!!! A me non mi dice niente! Secondo me classica storia dove si mette in mezzo Altea... basta solo aspetta per saperne di più
     
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  5. psik67
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    Come minimo Altea doveva finire anche in retro copertina. Ma le regole sono cambiate. Mah !!!!!!!
     
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    Re del terrore

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    Dalla pagina FB della Redazione (www.facebook.com/DiabolikUfficiale?fref=nf):

    I CORVI GRIGI
    Domani esce ufficialmente in edicola "Il coraggio di Altea" il numero di Diabolik con cui festeggiamo i cinquant'anni dall'arrivo della duchessa nella serie e in cui tutto il Beglait si troverà, di nuovo, a fronteggiare la temibile minaccia dei Corvi Grigi. Ma chi sono i Corvi Grigi?
    Lo abbiamo chiesto a Michele Iudica, forse il nostro più grande esperto di storia del Beglait.

    ---
    Diabolik si muove in un mondo di fantasia molto simile al nostro ma che non è esattamente il nostro. Se nelle primissime avventure era facile trovare riferimenti a località reali, da "Il pugnale cinese" (numero 23, novembre 1964) i Nostri si sono trasferiti a Clerville e un intero "mondo diaboliko" si è pian piano creato, albo dopo albo, storia dopo storia.

    Lo Stato del Beglait, patria della duchessa Altea di Vallenberg, ha sempre rappresentato una sorta di unicum all'interno del mondo del Re del Terrore sia per tempistica – è nato nell'ottobre 1964 ("Il grande ricatto") ma se ne accennava già due mesi prima ("Gioielli di sangue") quindi prima della nascita di Clerville – sia per la sua storia politica e sociale che, a differenza di quella di Clerville, è molto chiara a noi lettori in quanto siamo stati diretti testimoni delle sue evoluzioni più importanti.
    Prima uno Stato monarchico poi, come conseguenza di una sanguinosa rivoluzione ("La lunga fuga", numero 19 del '71), diventato una repubblica, il Beglait ha da sempre affrontato un'ondata di sangue e di terrore nella quale i Corvi Grigi hanno sicuramente scritto le pagine più nere e importanti. Organizzazione di estrema destra, fondata dal Duca Federico di Vallenberg (marito di Altea e cugino del re) ben prima della rivoluzione repubblicana, i Corvi Grigi si sono resi protagonisti di una serie di attentati sanguinosissimi con lo scopo di portare il Paese sull'orlo di una guerra civile da cui potesse emergere un regime forte in chiave autoritaria/dittatoriale che sostituisse il governo (prima monarchico poi repubblicano) considerato troppo democratico e inefficiente.

    In un primo momento Diabolik e Ginko, alleati per l'occasione, riescono a smantellare una importante frangia dell'organizzazione ("Matrimonio in nero", Grande Diabolik del 2002) ma è solo ne "I misteri di Vallenberg" (Grande Diabolik 1-2007) che Federico, il fondatore dell'organizzazione, viene ucciso e il pericolo eliminato del tutto.
    O almeno apparentemente eliminato, come scopriremo nell'albo in uscita domani.

     
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    Letto ieri.
    Partiamo dalle note positive: Buffagni, in primis, è sempre più padrone dei personaggi, e - anche se per il cinquantennale mi sarebbe piaciuta un'Altea più "classica" (facciolo-zaniboniana, per intenderci) o in alternativa un disegnatore fuori serie come fu per Diabolik ed Eva (considerando Palumbo un ospite, non avendo mai disegnato negli albi regolari) - ha sicuramente caratterizzato molto l'episodio.

    In secondo luogo
    l'albo pone nuove basi sul rapporto fra Altea e Ginko, che forse esce definitivamente dalla fase di limbo degli ultimi anni.


    D'altra parte, però, ho trovato troppo raffazzonata
    la soluzione: il nascondiglio dei gioielli è banale e intuibile, e neppure troppo funzionale. Intanto, c'è da dire che qualunque visitatore avrebbe potuto prendere in mano l'urna anche solo per spolverarla... e, che?, ti si apre la nicchia così? E come sarebbe rimasta chiusa fino alla deposizione delle ceneri?Capisco la necessità di incentrare l'albo sul rapporto fra la duchessa e l'ispettore, ma questo punto mi è parso risolto in modo un po' troppo sbrigativo.


    Senza voler sminuire il lavoro della redazione, chiaramente. ;)
    Andrea, che ne pensi?
     
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    L'obiezione è la stessa che ha fatto una mia collega che ha letto l'albo ormai in ciano (e quindi non più correggibile) e direi che dimostra che quando si scrive Diabolik non bisogna proprio lasciare in giro "non detti" :)

    Proprio perché non si può pensare che la cripta fosse aperta e il tesoro in vista negli anni che hanno preceduto il funerale di Von Tarsen è chiaro che il meccanismo di apertura e chiusura della cripta debba essere più articolato di come si vede nella scena finale della storia.

    Quello che ho pensato io è questo: esiste un sistema complesso di apertura noto solo a Von Tarsen, il quale Von Tarsen però ha dovuto concepire un dispositivo che potesse facilmente far accedere al tesoro i suoi compari in caso di sua morte improvvisa, un dispositivo che si attivasse dopo la propria morte. La mia idea è che abbia fatto in modo che il peso della propria urna, una volta posizionato nella nicchia, attivasse il nuovo modo di apertura, modo comunicato ai compari attraverso le lettere lasciate al notaio.
    Visto che l'appuntamento era fissato per la notte stessa dei funerali la cripta è rimasta apribile solo per qualche ora (e se immaginiamo che per far scattare il nuovo modo di apertura il peso dell'urna dovesse gravare per mezza giornata o più il tempo in cui è rimasta apribile sarebbe anche meno). A me sembra un rischio calcolato.

    La questione è: il lettore deve capire da solo TUTTO questo? Ovviamente no.
    Però a me è parso che non fosse necessario spiegarlo, anche perché con Von Tarsen morto e una sola, criptica, frase per spiegare il tutto non sarebbe stato semplice trovare un modo (non pretestuoso e non palloso) per passare queste informazioni al lettore. Informazioni che a me non sembravano davvero essenziali ai fini della storia. In realtà continuano tuttora a non sembrarmi essenziali, anche se la tua obiezione (e quella pressoché identica della mia collega) qualche dubbio me lo stanno mettendo :)
     
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    Re del terrore

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    Letto ieri, ho preferito attendere un attimo prima di commentare la storia a caldo.
    Parto dai disegni. Ritengo che la scelta di affidare matite e chine a Matteo Buffagni sia stata molto azzeccata sia perché ha saputo dare una interpretazione particolare dei personaggi (interpretazione che è diversa rispetto a quella data quando è inchiostrato da Montorio e Merati) sia perché il suo tratto non è andato a snaturare il classicismo dei personaggi risultando molto fedele, ma al tempo stesso molto originale. Penso, quindi, che dal punto di vista dei disegni il lavoro svolto sia stato superlativo, molto belle le scene d'azione, in primis gli inseguimenti in macchina, così come molto particolari gli ambienti beglaitiani (la casa d'Altea, il parco di Lusten) e ottima la caratterizzazione del Generale Von Waller, lo zio Volpone di Altea che ha l'ossatura giusta per diventare uno dei tanti personaggi da riprendere di volta in volta.
    Passando alla storia, esprimo molta contentezza. Primo perché quando avevo saputo di cosa narrasse la storia avevo avuto paura che si commettesse qualche errore storico-sociale (un po' come è stato fatto con "I misteri di Vallenberg" e con i Corvi Grigi), in realtà subito smentita grazie alla storia incentrata maggiormente sul rapporto Ginko-Altea (giustamente)e non sul Beglait e secondo perché questa storia (che è un piccolo gioiellino, mi è piaciuta molto di più di "Ottocento Lacrime di Ghiaccio", lo ammetto) festeggia degnamente i 50 anni della Duchessa in edicola e segna il nuovo inizio della storia d'amore tra lo squattrinato ispettore di Clerville e la Duchessa di Vallenberg. Una Duchessa che sorprende sempre più ad ogni sua apparizione, capace di incredibili lampi di genio, così come capace di essere una complice insostituibile per Ginko.
    In questa occasione Diabolik e Eva risultano in secondo piano rispetto a Ginko e Altea (ma non come in "Appuntamento al Buio") e penso che, per l'occasione, vada bene così: soprattutto Eva viene esclusa dalla trama in modo inedito rispetto ad altre volte mentre Diabolik continua ad avere un ruolo nella realizzazione del colpo lasciando però il campo alle sensazioni e ai punti di vista di Ginko e di Altea.
    Per concludere, penso che la storia sia stata coraggiosa, giustamente imperniata sul rapporto Ginko-Altea che ha preso spazio anche ad altre soluzioni narrative, come giustamente osservato da Neogrigio. Il fatto che la soluzione sia risultata più facile del previsto, però, non mi ha minimamente infastidito, anzi. Avrei trovato maggiormente stonato concentrarsi su trucchi o escamotages enigmatici piuttosto che approfondire i personaggi e le loro emozioni.
     
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  10. Diabetik
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    Allora...
    I disegni: sinceramente, non mi sono piaciuti molto, certo, nelle ambientazioni (inseguimenti in macchina, scene di azione, le case, il parco di Lusten) i disegni sono molto belli, ma non mi sono piaciuti come sono stati resi i personaggi, soprattutto Eva ( però oh, i gusti son gusti :lol: ).
    La storia, devo dirlo non mi ha entusiasmato molto, non so neanche io il perchè, ma spesso mi capita, che negli albi inediti, leggendoli, mi batte fortissimo il cuore e fremo dalla voglia di scoprire cosa succederà (degli esempi sono "Il segreto di Diabolik" (per quanto poi ci sono rimasto male), " I segreti di Morben", ma anche "La vera storia dell'isola di King"), qua, questa cosa non mi è successa, per carità volevo sapere come sarebbe finito il tutto :lol: , però non così tanto. In parole povere: la storia non mi ha entusiasmato. Inoltre mi trovo d'accordo con Neogrigio per il discorso sull'urna. Devo dire che mi è piaciuto il fatto che qua domina il rapporto fra Altea e Ginko (un pò come in "Capo d'accusa: omicidio"), ma mi è anche dispiaciuto il fatto che Eva in questa storia non ci incastra praticamente niente.

    Detto tutte queste robe ho finito.
    Ho scritto velocemente quindi è possibile che ci siano errori grammaticali.
    Un saluto! :D

    P.S. ho letto questo albo quando dovevo studiare latino! ^_^
     
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    CITAZIONE (andrea pasini @ 1/10/2014, 17:53) 
    L'obiezione è la stessa che ha fatto una mia collega che ha letto l'albo ormai in ciano (e quindi non più correggibile)

    Quindi non vi eravate proprio posti il problema prima?

    Uhm... se vi serve qualcuno per il ruolo di ca*****zi in redazione sono disponibile, per il compenso ci accordiamo! :D
     
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    Re del terrore

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    CITAZIONE (Neogrigio @ 1/10/2014, 19:00) 
    CITAZIONE (andrea pasini @ 1/10/2014, 17:53) 
    L'obiezione è la stessa che ha fatto una mia collega che ha letto l'albo ormai in ciano (e quindi non più correggibile)

    Quindi non vi eravate proprio posti il problema prima?

    A questo proposito, sarebbe interessante sapere se A. Pasini alla voce Soggetto c'è per via delle modifiche che ha attuato in fase di sceneggiatura (come ad esempio è successo diverse volte con Patricia Martinelli sul finire degli anni '90 o inizi 2000) oppure se quel A. Pasini alla voce Soggetto deriva dalla partecipazione attiva di Andrea in fase di discussione del soggetto vero e proprio (i famosi pranzi)...
     
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  13. Mod_XXII
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    Letto e piaciuto molto.
    Prediligo quando i personaggi e la loro caratterizzazione hanno il sopravvento sull'azione e in questo caso, da lettore diciamo occasionale (ma non troppo), ho trovato la storia veramente appassionante anche se lascia, come è giusto che sia in un albo celebrativo di Altea, il duo principale abbastanza in secondo piano.

    I disegni mi sono piaciuti complessivamente anche se non è un tratto che mi si addice particolarmente.

    Copertina davvero splendida.
     
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    CITAZIONE
    Quindi non vi eravate proprio posti il problema prima?

    ehm... no... è che mi ero posto il problema e avevo deciso che
    la donna delle pulizie che sposta l'urna per fare la polvere in realtà non era un problema (anche la collega ha tirato fuori lo spolverare, io frequento i cimiteri meno di quanto dovrei, lo ammetto, ma sono davvero così tirati a lustro?)


    CITAZIONE
    A. Pasini alla voce Soggetto c'è per via delle modifiche che ha attuato in fase di sceneggiatura

    non proprio... diciamo che c'è stata una staffetta di pranzi :) i primi pranzi Gomboli/Faraci in cui è stato deciso l'impianto generale della storia ed è stata definita bene la prima parte quindi, una volta che si è stabilito che l'avrei sceneggiata io, sono cominciati i pranzi Gomboli/Pasini. Io sono intervenuto soprattutto nella parte conclusiva della trama.

    ah, per il ruolo di ca*****zi di redazione siamo già a posto. È infatti egregiamente svolto da Licia Ferraresi (che è un vero mostro nello scovare cose, anche minime, che non funzionano in una sceneggiatura).
     
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    CITAZIONE (andrea pasini @ 1/10/2014, 20:22) 
    ehm... no... è che mi ero posto il problema e avevo deciso che
    la donna delle pulizie che sposta l'urna per fare la polvere in realtà non era un problema (anche la collega ha tirato fuori lo spolverare, io frequento i cimiteri meno di quanto dovrei, lo ammetto, ma sono davvero così tirati a lustro?)

    In realtà lo spolverare le varie tombe e il loro abbellimento dovrebbe essere prerogativa dei vari parenti quindi non è che siano tutti così tirati a lustro, anzi. Può darsi anche che, visto il cimitero piccolo che abbiamo vicino casa, questa cosa sia solo prerogativa di questo cimitero mentre altri più grandi e importanti abbiano effettivamente qualcuno che curi il più possibile l'estetica di tutto il complesso.
    Poi penso che una donna estranea alla famiglia non vada a spostare le urne contenenti le ceneri per spolverare (anche per una questione di rispetto verso il defunto e verso i parenti)...
    Più che la donna delle pulizie, quindi, fossi stato Von Tarsen, avrei avuto paura dei vari visitatori (visto che il cimitero è un luogo pubblico, potenzialmente, tutti possono entrarvi e visitare le varie tombe e cappelle)...


    Insomma, io non lo vedo come un errore. :)
     
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26 replies since 8/9/2014, 15:56   1317 views
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