Su "A prova di fuga" posso dirti che, all'epoca, non mi lamentai della situazione semplicemente perché Eva riconosce l'errore, lo dice a chiare lettere ("E se io non avessi tentato la fuga sostituendomi a quell'agente, avremmo avuto parecchi grattacapi in meno"). In questo caso, invece, il successivo battibecco tra la diabolika coppia mi è sembrato quasi un rimprovero che la bella lady ha fatto al suo compagno, come per dire "Tu hai fatto il guaio e tu lo risolvi", ma di guaio non si può parlare perché è sicuramente vero che Eva non poteva sapere quale fosse il piano di Diabolik, ma neanche Diabolik poteva sapere cosa avesse in mente di fare Eva.
Il tuo discorso fatto precedentemente lo trovo giusto, ma sarebbe giusto, allora, contestualizzarlo anche rispetto a tutte le altre volte che Eva si è trovata in una situazione simile. Il più delle volte ha aspettato che Diabolik la liberasse (fiduciosa) altre volte, in realtà pochissime, ha agito in altro modo (o come in "A prova di fuga" oppure come in "Sullo stesso piano" dove, preoccupatissima per le sorti di Diabolik, viene liberata da Rudi Foster, ma in quel caso ha come unico obiettivo quello di andare a vedere cosa possa essere successo a Diabolik, dimenticandosi quasi della sorte della prigioniera).
Insomma, sono d'accordo che non ci debba essere un comportamento scritto e prestabilito e che possa cambiare in base alla diversità delle varie situazioni, ma poi è necessario che questi comportamenti e le successive reazioni siano coerenti. Da quanto ho percepito dal racconto, ma potrei anche sbagliare, sia chiaro, mi è sembrato di capire che Eva ritenesse superfluo l'agire di Diabolik e che, anzi, ritenesse addirittura che avesse sbagliato a intervenire perché il tutto è sfociato nel ferimento di Irma quando invece, il maledetto criminale, era in perfetta buona fede perché non poteva sapere che in quel momento Eva e Irma recitavano una parte.