Ma soprattutto è importantissimo per quanto riguarda l'evolversi storica, politica, sociale e culturale del Beglait.

Per ora dico solo che è ambientato su una nave da crociera e in un paese esotico dell'oriente (mi sembra che richiami un po' il Sud-Est asiatico).

Per la seconda volta consecutiva, dopo "Il Covo degli Orchi", è l'ispettore Ginko a raccogliere la palma di protagonista della storia; Diabolik resta defilato, anche se, alla fine, si scopre che è lui ad aver tirato i fili e mosso i personaggi come pedine (vedi Dorman anche se disobbedisce ad un ordine e provoca la reazione rabbiosa di Ginko). Certo che Clerville è proprio la patria dei poliziotti corrotti!!! Quanti sono stati, in oltre 750 storie di Diabolik, i poliziotti corrotti, le mele marce, di cui Ginko si fidava ciecamente? (Ora rammento il tenente Durrell di "Guardia del corpo" aprile 2003, tanto per fare un esempio abbastanza recente). Ginko si impegna con tutte le sue forze per assicurare alla giustizia i responsabili della morte della sua collega ed è questa la sua "vendetta": un uomo come Ginko, così leale e puro nei suoi princìpi, non può desiderare la vendetta in senso puro e letterale del termine. E' una "vendetta" perfettamente legale, una "vendetta" che in realtà vendetta non è .

La scena della sparatoria tra Ginko e Dorman e il killer l'ho trovata davvero ben fatta (Ginko è un vero duro amici! )

Detto questo passo a una piccola critica (puramente personale): l'albo, confrontato con gli altri narranti il passato di Diabolik ("Gli Anni Perduti nel Sangue" o lo stesso "Il Re del Terrore: il Remake", di Eva ("Eva Kant. Quando Diabolik non c'era") e di Ginko ("Ginko. Prima di Diabolik") perde un po' di mordente, dovuto principalmente al fatto che le pagine dedicate ad ogni singolo ricordo del personaggio sono un po' pochine (e mi riferisco soprattutto al ricordo di Diabolik). L'incontro con la pantera, sempre secondo il mio modestissimo parere, è l'incontro che "crea" Diabolik, che lo ha reso ciò che è... Un episodio di tale portata avrebbe sicuramente meritato un intero GDK tutto per se'. Forse si sarebbe dovuto approfondire ulteriormente il rapporto che si va a creare tra Diabolik ragazzo e il felino ucciso vigliaccamente da King (nell'albo si incontrano per pochi secondi e, anche se Diabolik resta colpito dall'omicidio del boss dei boss, non viene spiegato in che modo questo fatto ha "cambiato la vita" a Diabolik. Viene liquidato troppo brevemente.
L'episodio di Eva è, invece, quello riuscito meglio (anche se non è un episodio così sconvolgente, almeno non ai livelli di ciò che ha passato prima e dopo gli anni del collegio). Speriamo di rivedere in futuro il personaggio di Manuel (c'è un conto da saldare! ).
Per Ginko avrei preferito un altro episodio della sua vita, magari ambientato dopo il periodo di "Prima di Diabolik", in cui il carattere del futuro ispettore era già ben definito e canonizzato secondo gli standard che conosciamo bene.
La parte riguardante il presente, disegnata da Sergio e Paolo Zaniboni (era dal 2001 "Il Nemico Ritrovato" che non si vedevano più all'opera sul GDK)racconta di un semplice furto che fila liscio come l'olio (ma non c'era spazio per inserire ulteriori complicazioni).
Alla fine, tornando al discorso di prima, il difetto maggiore dell'albo è stato il voler mettere troppa carne al fuoco. Noi lettori, così avidi e golosi di storie di diabolik, abbiamo ricevuto un semplice assaggio e, personalmente, non mi sono saziato .

In questo albo il criminale effettua due colpi, a poca distanza l'uno dall'altro (e scollegati l'un l'altro; come se le Giussani avessero fatto due numeri in uno) e, in entrambe le occasioni, rischia la vita. Nella prima si salva perchè si finge morto grazie a tutte le tecniche orientali che si è portato dietro dagli anni trascorsi nel Deccan (quelli perduti nel sangue?!?!). Nella seconda occasione si scambia con il prigioniero e gli basta tramortire il poliziotto che lo accompagnava verso la casa di colui a cui aveva preso il posto.
Il titolo riassume un po' quella che è la vita di Diabolik, non solo nei confronti di Ginko (una lotta senza quartiere, senza tregua che terminerà soltanto con la morte di uno dei due), ma anche nei confronti di Eva (una serie di furti e rapine senza neanche il tempo di godersi il bottino, senza neanche il tempo di prendersi una pausa fra un colpo e un altro). E' la vita di Diabolik. Una vita senza tregua.

Alessio e i suoi amici meritano di certo la palma di protagonisti; eseguono furti su furti perchè stanchi e annoiati delle loro giornate (mi ricordano i ragazzi di "Caccia all'uomo" solo che quelli erano davvero insopportabili). Un giorno scoprono Diabolik ed Eva (per una volta non pensano a nessun colpo, si stanno godendo una bella vacanza in montagna) e decidono di "divertirsi" con il genio del delitto. Ma si sopravvalutano troppo (o forse sottovalutano la coppia diabolika) e finiscono per perdere la loro partita (anche senza Diabolik sarebbero rimasti fregati lo stesso perchè Ginko, sospettoso di uno dei ragazzi, aveva "infiltrato" una donna poliziotto, Serena, che si era finta innamorata di Alessio). Lo smacco per Alessio è troppo grande: lui che si credeva un duro si scopre un uomo debolissimo, incapace di reagire alla sconfitta e, pertanto, decide di farla finita provando un'ultima scarica di adrenalina.
La scena del salto con la corda di Diabolik in mezzo alle fiamme (per recuperare il ciondolo di Eva) vale da sola il prezzo dell'albo.

Il matrimonio fra Diabolik e la "morente" Altea è, forse, l'elemento caratterizzante della storia... Così come la "guerra" che si scatena tra Ginko e Diabolik (in questo albo formano una solidissima alleanza) e i Corvi grigi (gli stessi che ritorneranno nel GDK primaverile del 2007 "I Misteri di Vallenberg").
L'attentato con la bomba mi ha rimandato alla stagione degli attentati mafiosi del '93 (Milano, Firenze, Roma).
E' un Diabolik attuale, che tratta temi socialmente e politicamente rilevanti (il Beglait è dal 1964 ("Il Grande Ricatto") che vive una situazione pessima dal punto di vista dell'ordine pubblico) e, per una volta, lo stato deve ringraziare il più ricercato degli assassini (perchè è grazie a Ginko, ma con l'aiuto rilevante di Diabolik che i Corvi Grigi non hanno preso il potere).

Peccato che Ginko e Altea non si sposano!!!

Rileggendolo ora (non ho comprato la Ristampa perchè la serie R non la colleziono più) posso dire che si capisce abbastanza bene che è tutta una macchinazione del maledetto criminale.
Posso dire di aver rivalutato molto la figura del professor Harvey (per forza, è Diabolik per quasi tutta la storia!!!)... mi era antipatico perchè aveva osato sparare a "Diabolik", sbeffeggiandolo agli occhi di Ginko e aggiungo il bellissimo finale, in cui il nostro "vende" i cento guerrieri d'oro in cambio della rosa di diamante (il gioiello più bello del mondo, quindi degno di Eva).

La storia la ricordo ancora nitidamente. Diabolik agisce in un paese straniero, Puerto Blanco, ma viene catturato e arrestato insieme ad Eva. Il capo della polizia, corrotto fino al midollo, finge l'escuzione di Diabolik per togliersi dai piedi Ginko (vuole sfruttare le maschere di plastica per prendere il posto di un giudice di Clerville che indagava sul suo traffico di droga e inquinare le prove). Ma per uno strano scherzo del destino, Ginko capisce tutto e sarà proprio lui a salvare il re del terrore.
E' un episodio dove, per una seriedi circostanze, i due nemici sono costretti ad allearsi; alla fine, Diabolik befferà Ginko (la scena sul motoscafo in cui Ginko, armato di ascia cerca di sfondare la porta dove sono prigionieri Diabolik ed Eva mi ha tanto ricordato il Jack Nicholson di Shining ).
Bello anche il trucco dell'uccello robot che spruzza la sostanza velenosa sul volto del poliziotto corrotto rinchiuso in cella (a Diabolik non si sfugge!!! )

In primis è ambientato in un castello e questo è già preludio di una storia mozzafiato (come non ricordarsi de "Il castello della morte" o "Mistero al castello" o "Invito al castello" tutti numeri sensazionali, misteriosi, suggestivi). Poi, il nostro alle prese con dieci casseforti tutte dotate di sistemi di protezione innovativi e ingegnosi; e Diabolik che deve, a sua volta, ingegnarsi a trovare il sistema per aprirle... Esame superato a pieni voti (il Diabolik che analizza accuratamente l'ambiente, che ragiona a fondo sugli oggetti e sui meccanismi che potrebbero frapporsi fra lui e la meta mi ha ricordato il Diabolik degli anni sessanta).
Unica nota negativa: il nascondiglio delle perle. Lo avevo capito subito che si nascondevano sotto il materasso e mi sembra strano che anche il genio della rapina non lo abbia capito (anche se spiega, nelle tavole conclusive, che il gesto di aggrapparsi a qualcosa è istintivo, soprattutto nel momento in cui uno sta per morire e cerca disperatamente una "via di salvezza").
La Eva delle tavole conclusive stupisce in positivo (alla fine il suo è il ruolo di deus ex machina, di colei che "risolve" la situazione.
Bello anche il bacio finale, ci voleva proprio.
Ultima nota sui disegni: questa volta i Ricci mi sono piaciuti (non ho apprezzato fino in fondo "L'Ultima Beffa" proprio perchè i disegni me lo hanno reso un po' indigesto e, quando nelle anteprime avevo visto che le matite e le chine erano frutto del loro lavoro, avevo storto un po' il naso). Per fortuna mi hanno fatto ricredere.

Per l'ennesima volta va in scena l'eterno duello tra Diabolik e Ginko, un duello fatto di astuzie, di trappole e di controtrappole... Diabolik beffa tutti con la storia della macchina che riconosce le maschere, Ginko fa tesoro della lezione e risponde con una delle sue trappole geniali... Questa volta il gioco dell'ispettore avrebbe la meglio se non fosse per l'intervento dello "scienzatoide" frustrato e desideroso di vendetta.
Un numero classico, una sfida tra l'astuzia diabolika del Re del Terrore e l'astuzia diabolika (in un altro senso) del mastino ispettore. Ultima nota: il bacio tra Eva e Diabolik. Era tanto che i nostri eroi non si scambiavano il loro "marchio di fabbrica" :-)