Diabolik Forum

Posts written by andrea pasini

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    meta-narrativamente parlando, lo è... ;)
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    Michele, è stata una sorpresa anche per noi :)
    (nel senso che il cambiamento lo abbiamo deciso a sceneggiatura... già ultimata! quando si è trattato di decidere chi mettere in quarta)

    un saluto ancora un po' influenzato :(
    (ma, almeno, non più febbricitante)
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    Ma no, dai! A me pare ovvio che la fuga che vediamo è una fuga di emergenza! Se il colpo fosse andato bene che ragione avrebbe avuto Diabolik di fuggire in quel modo? Sarebbe stato ridicolo :) A colpo riuscito poteva benissimo lasciare la festa in tutta tranquillità nei panni del cameriere (o con altra maschera) prima che venisse scoperto il furto.

    E in ogni caso non è quello il punto centrale. Per me la cosa più importante non è tanto che il colpo dovesse risultare "non diaboliko" (anche se in effetti se non ci fossero stati imprevisti lo sarebbe stato: non necessariamente diaboliko) il motivo principale perché DK ha spento le telecamere è per evitare che si sapesse quale fosse il punto debole di quel modello di porta blindata, in modo da poter riusare quel punto debole anche in futuro.

    Edited by andrea pasini - 22/8/2014, 00:30
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    CITAZIONE
    Nota di folklore: la barzelletta del mocassino non la sentivo dal 1982

    lieto che tu l'abbia riconosciuta, volevo una vecchia barzelletta da "scuole medie" e quindi ho scavato nei miei ricordi di allora (e io le medie le ho fatte negli anni '70 :) )
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    Sì, hai ragione, avremmo dovuto mettere almeno una panoramica per mostrare che quello stabile era proprio in città o, quantomeno, mostrare che l'auto su cadeva il corpo del tizio era una normale auto parcheggiata in una normale via con passanti spaventati attorno... e mi sa che non posso neanche dare la colpa al disegnatore perché era tutto descritto come lo si vede già in sceneggiatura :-/
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    Ringrazio per i complimenti, sicuramente meritati ;)

    C'è da dire che sicuramente le due storie "da ricorrenza" già in quanto tali avrnno attirato alcuni voti mentre per i soggetti in realtà ne ho cofirmati otto su dodici, statisticamente partivo giusto un po' avvantaggiato :) c'è invece da dire che per "I Segreti di Morben" la storia è proprio tutta da attribuire a Mario e a Tito.
    Sceneggiando può capitare di modificare il soggetto che hanno scritto da altri (ovviamente previa placet del direttore) mi è anche successo di farlo in modo significativo, nel caso di Morben proprio no, era tutto impeccabile.
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    Ciao!
    In realtà la risposta alla domanda "ma come fanno Ginko e i suoi uomini ad arrivare al luogo in cui Tania (Eva) era stata rinchiusa dai terroristi?" c'è alla fine del tuo intervento, quando nomini la scena in cui Eva fa cadere il tizio fuori dalla finestra :)
    Un cadavere caduto sul tetto di una macchina attira necessariamente la polizia (cosa che infatti pensa anche Eva/Tania in chiusura di tavola 74 ossia pagina 76) e visto che quel cadavere era del capo del commando terrorista responsabile del rapimento (l'unico di cui si conoscesse l'identità) fare due più due per i poliziotti non è stato difficile :)
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    Sì ho avuto qualche misterioso problema con l'account, ma adesso dovrebbe essere tutto risolto :)
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    Michele, facciamo a capirsi :) quando dico che la direzione è quella, non intendo che Diabolik doveva davvero ucciderlo a sangue freddo (altrimenti glielo avremmo fatto uccidere : ) intendo però una vendetta che non risultasse compromissoria ma che - proprio per i motivi che dici tu - non poteva essere Diabolik che uccide a sangue freddo un ragazzino. Il nostro problema è stato quello di non aver trovato qualcosa che, ai nostri occhi, salvasse capra e cavoli senza lasciare una sensazione di compromesso.
    Il tuo finale mi ha ricordato un po' quello di una delle prime storie in cui sono stato coinvolto come autore ("Come Diabolik" 6/2008) e a me neanche quel finale lì piacque molto (a onor del vero devo dire che la situazione concepita da te qui – in quanto a problemi etici per Diabolik – era più forte di quella concepita da noi allora, io lì avrei messo in scena Diabolik assassino a sangue freddo e ciao).

    Il guaio dell'infilarsi in situazioni paradossali è che tanto più forte è il corto circuito che il paradosso produce tanto più deve essere geniale la soluzione che lo scioglie. Non è la prima volta che dobbiamo mettere in un cassetto un buono spunto perché non viene fuori una chiusa all'altezza dei presupposti. Ha rischiato di fare quella fine anche una delle mie storie a cui tengo di più: "Terra bruciata" (1/2011) l'idea della situazione paradossale che la regge era venuta a me, ma se a Mario non fosse venuto in mente il relativo scioglimento sarebbe rimasta al palo :)
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    Scrivere per i lettori di Diabolik è quanto più lontano si può pensare dall'essere una scienza esatta e questo non solo perché a volte il "pubblico" (poi spiego le virgolette) ci sorprende gradendo molto storie che a noi non sembravano venute così bene (nonostante ce la si metta sempre tutta a volte può capitare che una nostra storia ci piaccia più o meno di un'altra) o, viceversa, perché storie a cui teniamo particolarmente vengono accolte con poco calore...
    Ma soprattutto perché io sono sempre più convinto che non esista un "pubblico" di Diabolik (da qui le virgolette) ma esista un arcipelago di pubblici diversi, anche molto diversi tra loro, che nel corso dei decenni è venuto a formare la massa di persone (ancora davvero tante, per fortuna) che ogni mese comprano e leggono il nostro albo.
    Senza tirare in ballo i lettori occasionali (che pure ci sono e sono tanti) basta pensare al referendum annuale del Diabolik Club (che, si potrebbe pensare, rappresenti un campione più omogeneo) dove ogni volta le storie più gradite sono spesso anche quelle meno gradite e viceversa.

    Infine il sondaggio. Dopo l'esperienza di qualche anno fa (in cui la casa editrice si è impegnata, e non poco, per fare un censimento minimo del suo pubblico) mi sento di poter dire che fare una seria indagine su quelle che sono le preferenze del pubblico che abbia una solida rilevanza statistica sia impossibile.

    Quello che tocca a noi autori è il fornire una varietà di storie che cerchi di intercettare i gusti della maggior parte dei nostri "pubblici". Avendo ben presente che tra i nostri lettori ci sono i nostalgici di quando Diabolik spargeva allegramente sangue innocente e ci sono quelli che quando Diabolik provoca un infarto a un gruista (per altro "fuori scena") per mettere a segno un colpo poi scrivono per lamentarsi che è inaccettabile che Diabolik uccida un onesto lavoratore che non gli aveva fatto nulla (è capitato a me, con la prima storia che sceneggiai).
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    Alessandro, chiariamo un po' di cose.
    Per necessità di sintesi quello che ho scritto nel dietro le quinte può dare un'idea sbagliata di certi dettagli della lavorazione. Nel soggetto di Michele il ragazzino NON veniva ucciso da Diabolik e questo, sia per me che per Gomboli, era un limite della storia, perché – dati i presupposti – ci pareva un finale compromissorio, in cui Diabolik era cattivo ma non abbastanza, ma non fino in fondo.
    D'altro canto un finale in cui - semplicemente - Diabolik avesse ucciso il ragazzo a sangue freddo per vendicarsi e togliere di mezzo una minaccia (che era la direzione in cui ci saremmo mossi noi) ci è parso che sarebbe stato inaccettabile per un'ampia fascia del nostro pubblico. Da qui la ricerca di una terza soluzione che ci soddisfacesse. Che però non abbiamo trovato.
    (e ora rispondo alla questione "dare al pubblico ciò che vuole")
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    Ciao a tutti,
    il direttore ha letto tutta questa discussione e vuole dire la sua su uno dei punti che hanno destato più dibattito. Mi ha affidato il suo intervento che vi copio qui sotto.

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    Vorrei dire due parole sul finale del GDK, in cui qualcuno ha visto un atteggiamento da giustiziere più adatto a Eva che a Diabolik.
    Scrivendolo vennero considerate diverse ipotesi. Fare intervenire Eva significava lasciare Diabolik a consolare e accudire le ragazzine traumatizzate: ci è sembrato più logico che, a farlo, fosse una donna, ovvero Eva.
    Quindi è Diabolik a tornare al rifugio e affrontare Sorben/Prof. A questo punto, cosa potrebbe fare? Liberarlo, come spesso fa con i prigionieri, e così mandare libero un pedofilo? Escluso! Consegnarlo alla polizia, come qualcuno ha ipotizzato? Nel caso dovrebbe anche fornire prove della sua colpevolezza, per essere certo di una condanna, e se poi lui se la cavasse grazie a un buon avvocato? Tornerebbe a cercarlo per finire il lavoro? Questo sì che sarebbe un atteggiamento da giustiziere. E comunque, vi sarebbe sembrato logiKo che Diabolik delegasse la punizione allo Stato? Ancora: una volta di fronte a Sorben, nulla sapendo del suo passato di Prof, cosa avrebbe potuto fare? Chiedergli qualcosa? Ma cosa poteva ancora interessarlo? Oppure lasciarlo parlare, prevedendo i soliti – e già sentiti - discorsi tipo “Non uccidermi! Ti darò tutto quello che vuoi!” con un’altrettanto prevedibile – e già vista – conclusione? Meglio tagliar corto. Qualcuno avrebbe preferito vedere una reazione di Sorben/Prof (tipo tentativo di fuga o di aggressione) che giustificasse la pugnalata... ma non avrebbe avuto senso, perché Sorben/Prof è convinto di avere un asso nella manica e giammai provocherebbe Diabolik. Quindi... ZACK e basta. Non giustizia ma disprezzo per un uomo che non meritava di vivere.

    Mario Gomboli
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    Grazie a te, Anastasia :)
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    CITAZIONE (DK Iudika @ 7/5/2014, 11:04) 
    A quale Paese di ex area sovietica vi siete ispirati per realizzare la Storia del Tezakistan?

    Il vantaggio di scrivere Diabolik e non, per dire, Martin Mystère è che volendo ci si può ispirare alla realtà con un grado maggiore di libertà, per cui il Tezakistan non corrisponde in maniera puntuale a una precisa repubblica ex sovietica, anche se scrivendo questo albo io avevo in mente proprio l'area geografica e gli Stati che dici tu. Ma, nonostante pensassi all'area asiatica, il Tezakistan è comunque un Paese russofono (e per i nomi della protagonista e di suo padre ho infatti chiesto consulto a Patricia Martinelli che si è laureata all'università di Mosca, città in cui ha anche vissuto per un po').
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    Abbiamo già avuto modo di dirlo: la vita editoriale di DK è, ai nostri occhi, ancora abbastanza misteriosa ma - in ogni caso - sarà fuori dalle testate dedicate a Diabolik. Palumbo sta già lavorando al GDK del 2015 e non è il secondo volume di DK.
211 replies since 24/8/2010
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