Qui, in realtà, Nina intende giocare pulitissimo con Diabolik è che strada facendo si troverà nell'impossibilità di mantenere la parola data (e questo per colpa dello stesso Diabolik, ma lei fino alla fine non lo sa). È Diabolik che fa un po' il furbo, anche se – dal suo punto di vista – non viene propriamente meno alla parola data (ma la rispetta molto a modo suo).
Io quella storia la vedo come un patto da bestie feroci. Si rispettano, rispettano abbastanza la parola data, ma ognuno bada soprattutto ai propri interessi.

Capisco che si possa eccepire che la storia poteva essere articolata anche senza la presenza della spia clervillese, però io non vedo che qui ci sia un suo cambio di ruolo o di posizione nei confronti di Diabolik.

Diabolik ha bisogno di un'informazione e va da chi sa che può recuperarla per lui in tempi brevi. Dati i pregressi Diabolik si fida relativamente di Nina, ossia sa che Nina non cercherà di fregarlo se non ne avrà un motivo più che valido perché Nina lo teme ed è molto attenta al proprio interesse. Quindi, secondo me, Diabolik può chiederle con una certa tranquillità l'informazione che cerca senza che per questo sia da considerare "amica".

Dal canto suo Nina ha tutto l'interesse a tenersi buono Diabolik e quello che lui le chiede non va contro gli interessi dell'organizzazione di lei. Se Nina si trova nella posizione di acquisire un "credito" nei confronti di Diabolik, secondo me Nina lo fa senza problemi.

Insomma, io non vedo un gran mutamento nel loro rapporto: è un puro rapporto di do ut des tra gente che non gioca sporco.

Starà a noi autori saper giocare in futuro su questo rapporto, in modo che non risulti scontato

Personalmente penso che il ruolo narrativo della Foster sia di apparire brevemente all'inizio, per poi sparire... in modo che quando alla fine ha un ruolo cardine nel finale il lettore possa dire "ah già! che c'era anche lei!". Dedicarle la quarta di copertina avrebbe messo in pericolo questo meccanismo (a mio parere rovinandolo) e per questo ho espresso parere negativo affinché venisse data a lei la quarta (quindi è un p' anche colpa mia ).
Poi, è anche vero che in tempi medio-recenti abbiamo messo in quarta anche personaggi marginali pur di avere una donna nella retro. Ma questa è una pratica che non avviene da un po' e spero si veda sempre meno in futuro...

Sul rapporto tra Eva e Diabolik e se questo debba essere del tutto infrangibile o se ci sia spazio, saltuariamente, per qualche crepa più o meno superficiale si può naturalmente dibattere. Ma su questo specifico albo proprio non riesco a vedere come Eva avrebbe potuto comportarsi diversamente. E non lo dico da lettore (anzi autore ) onnisciente, ma al contrario immedesimandomi in Eva e in ciò che sapeva o non sapeva mentre era prigioniera e, ribadisco, non ne sapeva abbastanza per potersene stare in attesa (specie essendo convinta che i rapitori non avrebbero rispettato i patti e, alla fine, avrebbero ucciso lei e Irma e quindi avrebbero plausibilmente cercato di uccidere anche Diabolik).
Il tuo discorso sarebbe stato ben più calzante per una storia come "A prova di fuga" (dove Eva è in una situazione molto meno pericolosa di questa e la sua iniziativa manda a carte quarantotto un piano studiato da Diabolik nei minimi dettagli e pianificato molto meglio di quello di quest'albo) ma non mi pare che all'epoca te ne lamentasti

Mah... sinceramente a me una Eva principessina in pericolo "seduta" sulle capacità del proprio compagno non è mai piaciuta.
In questo caso poi, vediamo che Diabolik riesce a beccare la chiatta/prigione solo perché ha la fortuna che il molo a cui è attraccata è raggiungibile dalla villa di Irma. Ma non solo, essendo in quel momento priva di sensi, Eva non può neanche sapere che i rapitori hanno inconsapevolmente fatto sapere a Diabolik che la stavano portando su una chiatta (in questo caso noi lettori la sappiamo più lunga di lei). Per quanto ne sa Eva, Diabolik sa solo quando e (circa) dove è stata rapita. Non ha nessuna garanzia che Diabolik ne sappia abbastanza per intervenire. Per altro Diabolik riesce a farlo solo per un pelo... se fosse arrivato all'attracco anche solo 5 minuti dopo, non avrebbe visto la chiatta, non avrebbe potuto sparare il segnalatore, in definitiva, non avrebbe avuto abbastanza strumenti per tentare di liberarla. Se invece non avesse saputo neanche della chiatta il fatto che avesse avuto il radio orologio acceso al momento del rapimento, sarebbe stato quasi irrilevante.
Che Eva, con queste premesse, se ne stesse con le mani in mano attendendo di essere salvata dai Diabolik a me sarebbe sembrato inappropriato.

Il colpo in FB al centro della storia assolve sicuramente a tutte le funzioni che avete detto voi ma anche a un paio di altre.
Innanzitutto a noi autori è servito per movimentare una narrazione che, altrimenti, per tutto il cuore della storia non sarebbe uscita dalla stanza dove sono rinchiusi quei tre. Magari in un film o in un telefilm una simile situazione avrebbe retto a lungo, ma in un fumetto come Diabolik, dopo un po', perfino il lettore più motivato rischia di rompersi i coglioni. In questo modo, durante la lunga sequenza claustrofobica si dà a chi legge una pausa "muscolare" per poi tornare chiusi in quella stanza.
In secondo luogo, l'intermezzo è servito per spostare il più in là possibile il momento della rivelazione di chi fosse Diabolik. È vero che avremmo potuto limitarci a far pensare a Diabolik stavo facendo un colpo nel Rennert e poi quelle tavole (ovviamente usate per mostrare altro) avremmo potuto impiegarle per articolare di più il finale oppure il prologo, ma invece messe lì dove sono hanno anche la funzione di aumentare il numero di pagine che passa (e quindi il tempo) tra il momento in cui il lettore si chiede "chi sarà dei tre Diabolik?" e il momento in cui lo scopre.

Ciò detto, pur reputandole indispensabili, non penso che quelle tavole siano tra i punti forti della storia