LA MORTE IN CORPO

Parto proprio da alcune considerazioni su alcune situazioni che mi hanno fatto storcere leggermente il naso. La prima considerazione è puramente personale, ritengo, infatti, che il comportamento finale di Diabolik e di Eva (da alcuni ritenuto, forse a torto, eccessivamente buonista) sia comunque stato "morbido", come se non si sentisse la necessità di vendicarsi dopo che per oltre mezza storia il piano orchestrato da Laura e dalla madre, abbia spinto a credere di essere a un passo dalla morte, senza alcuna speranza di sopravvivenza. Ci sta assolutamente il fatto che Diabolik si sia limitato a derubare la coppia madre-figlia, ma mi sarei aspettato un comportamento maggiormente severo, con la sparizione delle formule e quindi l'abbandono di ogni sogno di ricchezza da parte delle due. La cosa mi risulta ancor più stonata soprattutto perché è già successo molto recentemente ("Per poche ore", albo di marzo 2015) che una donna meritevole di vendetta da parte di Diabolik sia stata risparmiata, con l'aggravante che in quel caso la donna sapeva esattamente di mettere i bastoni tra le ruote a Diabolik mentre nel caso di "La morte in corpo", almeno, le due ne sono rimaste assolutamente inconsapevoli fino alla TAVOLA 110. L'idea di rendere inoffensivi Diabolik e Eva da una parte mi è piaciuta, perché rappresenta sicuramente un aspetto quasi inedito o comunque abbastanza originale, ma dall'altra non mi ha permesso di gustarmi la storia al meglio perché la diabolika coppia, per ovvi motivi, esce dalla trama e si limita ad assistere agli eventi risolutori. Come tipologia di lettore, appartengo a quella fascia di rompiscatole che apprezza un minor coinvolgimento di Diabolik o di Eva a volte, ma che debba essere compensato da un utilizzo maggiore di Ginko o di Altea. In pratica, almeno uno dei quattro protagonisti principali è bene che rimanga sempre al centro della scena e della trama.
Questi due aspetti mi hanno quindi fatto apprezzare meno la storia rispetto ai tre Inediti precedenti, ma ci tenevo a complimentarmi con Roberto per la costruzione della scena, molto tenera e toccante, tra Diabolik e Eva a TAVOLA 56, quando lei realizza di essere a un passo dalla morte e cerca conforto tra le braccia del suo amato. E' sicuramente uno degli aspetti migliori della storia.
Volevo poi fare una domanda riguardo il ruolo di Laura. Da quanto letto, il piano delle due donne era quello di trasformare i giornalisti che avrebbero incontrato Alexis in una sorta di arma biologica "spuntata" per dare la possibilità a Laura di salire sullo yacht, fare il pentothal ad Alexis e aprire la cassaforte. Questo vuol dire che Laura è un medico che fa in modo di essere di turno per quell'ora e quel giorno, giusto? Oppure, ma non penso, lei ha "preso il posto" del vero medico di turno ed è salita sullo yacht pronta a realizzare il piano in attesa della squadra di sanitari del ministero, avvertiti sempre da lei?

Attento, non è Laura ad essere stata licenziata da Alexis, ma la madre. La professione di Laura non viene specificata, ma si capisce chiaramente, anche alla luce di quanto aggiunto da Roberto, che fa il medico e che fa in modo di farsi trovare di turno proprio nel momento in cui parte l'allarme all'interno dello yacht di Alexis.
Per quanto riguarda, invece, il commento di Roberto sul finale (ho specificato che, per me, chi ha inteso il finale come buonista ha un po' esagerato ) probabilmente il fatto di averlo apprezzato di meno deriva dal fatto che, ultimamente, situazioni di questo tipo hanno sempre un finale leggero (non a caso ho citato "Per poche ore", in quel caso, addirittura, Eva ha deciso di salvare la vita ad una persona che meritava qualcosa in più del semplice furto). La tendenza è quella di caratterizzare molto bene personaggi (femminili o maschili) che vadano a suscitare simpatia nel lettore e, di conseguenza, salvati dalla diabolika coppia (in genere da Eva, più sensibile di Diabolik riguardo certe tematiche). Quando invece Diabolik è pronto a fare stragi su stragi la caratterizzazione dei personaggi verte sempre su un certo cliché (e quindi abbiamo scagnozzi senza scrupoli meritevoli di essere accoltellati o strangolati o massacrati). Mi piacerebbe molto che a volte, questa cosa segua strade diverse. Non dico di salvare gli scagnozzi bastardi (quelli devono continuare a morire) quanto quella di "sacrificare" personaggi costruiti in modo brillante o comunque "positivi".

Non intendevo dire che Diabolik dovesse comportarsi da carogna nei confronti di Laura e madre e poi narcotizzarle o farle fuori. Intendevo dire che, forse, se nel pensare la scena del ritorno a casa delle due donne si fosse pensato di mettere bene in evidenza la paura provata dalle due nel vedersi di fronte Diabolik, probabilmente non avrei neanche posto la questione del presunto "buonismo". Capisco che per esigenze di trama andasse molto bene esattamente come poi è stato fatto, ma sicuramente avrei riconsiderato la questione in un'altra maniera.
Si tratta, più che altro, della percezione che i personaggi secondari, almeno secondo la mia modestissima opinione, devono avere nei confronti del Re del Terrore. Che poi loro siano state risparmiate perché avessero colpito la diabolika coppia inconsapevolmente penso sia giusto e assolutamente normale (diverso se, invece, lo avessero fatto con cognizione di causa... lì mi sarei aspettato un Diabolik feroce).
La cosa che, personalmente, ho sempre trovato maestosa nel personaggio Diabolik è questa sua incredibile capacità di terrorizzare terze persone (nei primi anni della sua carriera criminale il primo pensiero degli sventurati era, appunto, "Diabolik, sono morto!") e abbandonarsi poi al romanticismo o alla dolcezza più sfrenata quando si rapporta a Eva (e infatti la scena del loro abbraccio misto a disperazione e paura di morire l'ho trovata talmente azzeccata e ben fatta da essere la mia scena preferita dell'albo).