Re del terrore
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Dalla pagina FB della Redazione (www.facebook.com/DiabolikUfficiale/posts/925364037535910):
“UNO DEI TRE” dietro le quinte di Andrea Pasini. Data la natura dell’articolo, è necessario che la storia l’abbiate letta prima perché non solo certe informazioni si apprezzano solo conoscendo la trama in questione ma, soprattutto, la lettura di questo testo potrà rovinarvi i colpi di scena presenti nella storia. Quindi se ancora non avete letto l’albo, ma avete intenzione di farlo, NON PROSEGUITE OLTRE LA LETTURA. PUNTO DI PARTENZA E TITOLO DI LAVORAZIONE – La storia parte da uno spunto di Alessandro Mainardi intitolato "il prezzo della vendetta". Lì, un uomo la cui moglie era stata uccisa durante un colpo ai loro danni, restringeva la rosa dei possibili colpevoli a tre ladri professionisti, due a noi sconosciuti e il terzo era Diabolik. Il vedovo rapiva gli altri due ma, al posto di Diabolik, riusciva a rapire solo Eva. I tre venivano rinchiusi assieme a tutta la documentazione relativa al furto e, per essere liberati, avrebbero dovuto indagare e processarsi tra di loro, scoprendo l'assassino. Lo sviluppo e il finale erano poi molto diversi da quelli che avete letto. Mario Gomboli e Tito Faraci da quella situazione di partenza hanno elaborato una loro storia dove il rapitore (e padre di una ragazza uccisa) si scopre essere il vero colpevole dell'omicidio. Titolo del soggetto "Uno dei tre", uno dei non frequenti casi in cui per il titolo definitivo abbiamo usato quello di lavorazione. FILETTO ALLA WELLINGTON – Per la scorsa edizione di Cartoomics l'Astorina ha realizzato "Tavole in tavola" una ricca mostra dedicata a Diabolik e il cibo. Proprio mentre veniva ultimata la selezione del materiale da esporre, la nostra sceneggiatura è andata in mano a Matteo Buffagni. Abbiamo perciò deciso di approfittarne, modificando leggermente una scena che avevamo già scritto in modo da poterla inserire in mostra. Sono nate così le tavole 10 e 11 che abbiamo chiesto a Matteo di disegnare, al volo, per prime. La scelta del piatto cucinato da Diabolik è stata della mia socia Rosalia. È LUI O NON È LUI? – La parte più complessa nello scrivere questa storia è stata sicuramente il non far capire al lettore quale dei tre rapiti fosse (o non fosse) quello dietro cui si nascondeva Diabolik. Il che ha comportato un po' di modifiche in corso d'opera anche al soggetto. Per esempio la dinamica dei tre rapimenti iniziali ha subìto più ritocchi (perché, per dirne uno, se un personaggio fosse stato catturato mentre era tranquillo a casa propria sarebbe stato subito chiaro che non poteva trattarsi di Diabolik con maschera). Altra modifica introdotta è che i tre prigionieri indossassero delle specie di tute da carcerato. Era infatti l'unico modo per "sentire" i pensieri di Diabolik inquadrandolo (sia pure tenendogli la testa fuori campo) in caso contrario tavole come la 49 e la 51 (ossia le pagine 51 e 53) non avrebbero avuto senso, poiché lo avremmo riconosciuto dai vestiti. PENSIERI E PAROLE – Nonostante l'attenzione fatta, in fase di rilettura, mi sono trovato comunque a dover riscrivere qualche pagina di sceneggiatura, per esempio parte del primo rapimento, perché mi sono accorto che dai pensieri e dalle reazioni del personaggio temevo che si potesse capire che non si trattava di Diabolik (nello specifico l'avevo fatto un po' troppo incazzato per il contrattempo del furgone). Alla fine me la sono cavata rileggendo tutte quelle scene e facendo finta che ogni volta il protagonista della scena fosse proprio Diabolik sotto copertura, pure quando non lo era. IN CERCA DI UN FINALE – Anche la chiusura della storia è cambiata in corso d'opera. In prima battuta Foller veniva ucciso da Eva dopo che questa aveva scoperto la verità sull'omicidio di sua figlia. In fase di sceneggiatura è stato però subito chiaro che un simile finale sarebbe stato troppo tirato per i capelli (Eva non aveva mai visto né conosciuto Annalisa). Dovevamo quindi trovare un sistema per salvare capra e cavoli: da un lato non volevamo far passare Diabolik o Eva da giustizieri, d'altro canto noi autori non volevamo far arrivare Matteo Foller vivo oltre la fine dell'albo. Scartata subito l'idea che Foller si uccidesse per paura della vendetta di Diabolik e scartata anche l'idea che lo uccidesse Diabolik per vendicarsi dell'essere stato rapito (il che non pareva molto motivato), ci siamo risolti a introdurre nella trama un boss della malavita per cui Foller lavorava. Ci avrebbe pensato lui a togliercelo dai piedi. E, visto che serviva un boss, invece di inventarne uno nuovo abbiamo preferito ripescarlo dal (recente) passato della serie. IL RITORNO DI HOLTZ – Benché non venga mai mostrato, in un paio di momenti della storia è forte la presenza di Bruno Holtz: capo dell'omonima famiglia malavitosa già visto in "Fermate la ghigliottina" e ne "La catena di ghiaccio". Suoi sono i due uomini alle dipendenze di Foller (questi però mai visti prima) e anche i due che si occuperanno di ripulire villa Foller appartengono alla banda. Quello con la barba è Franco, il braccio destro di Holtz, mentre l'altro è Josh: uno scagnozzo la cui faccia abbiamo già visto in passato ma che, in realtà, incontriamo qui per la prima volta. C'è qualcuno che sa a cosa mi riferisco?
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