CAPPIO ALLA GOLA

Innanzitutto, devo dire che la storia, intrigante e ritmata, riesce a trovare la sua individualità pur essendo divisa in due parti. Se avessi deciso di leggere subito questo albo, non sarei rimasto deluso, trovandolo troncato a metà come a volte capita. Il prologo iniziale, interessante e ben strutturato, trova una sua funzionalità all'interno della trama. In questa avventura, troviamo un Ginko leggermente diverso dall'integerrimo poliziotto cui siamo abituati; disgustato dall'omicidio di una stimata conoscente, l'ispettore decide di imbarcarsi in una crociata personale, infrangendo qualche regola pur di assicurare l'omicida alla giustizia e, arrivando a rischiare la sua stessa carriera quando lo stato e la giustizia gli negano l'arresto dovuto. In tutto ciò, fa la parte del leone, mettendoci letteralmente la faccia. Anche Diabolik e soprattutto Eva, hanno un loro personalissimo approccio alla vicenda, rimanendo poco, se non per nulla, coinvolti dagli omicidi, al punto che il primo, pur di raggiungere i propri scopi, aiuta perfino il killer ad allontanarsi indisturbato, contribuendo così ad una nuova catena di omicidi. Questa mancanza di sensibilità, ben diversa dal coinvolgimento emotivo dimostrato qualche annetto fa ne "Il covo degli orchi", in cui si trattava un argomento similare(ma MOLTO più grave), è stata, da parte degli autori, una scelta del tutto assennata che condivido pienamente... Diabolik ed Eva, sono ladri e assassini, e ciò non deve essere mai dimenticato se non per situazioni veramente eccezionali.
Interessante il colpo di scena delle ultime pagine (alla film Marvel) che reintroducono Rudenko, creando una soft continuity apprezzabilissima.
I disegni sono ottimi; le sequenze di Diabolik in tuta, sono meravigliose. Barison e Montorio sono una costante garanzia di assoluta qualità, anche se, a dirla tutta, la loro visione di Diabolik è piuttosto differente e insieme stonano un po'.