L’OMBRA DELLA GHIGLIOTTINA

In questo episodio Ginko era ancora a favore della pena di morte... Basti vedere il discorso (carico anche di tensione) che fa a Diabolik quando lui è rinchiuso in cella.

la sequenza delle tavole 58-59, quando Diabolik è rinchiuso in cella e Ginko parla con lui dallo spioncino. Molto freddamente l'ispettore espone al criminale i sistemi di sicurezza per scongiurare un intervento di Eva Kant aggiungendo alla fine: "Io avrei voluto che tu fossi giustiziato immediatamente, ma ci sono delle pratiche burocratiche e legali che rallentano la tua esecuzione... Sfortunatamente...".
Se confrontiamo il Ginko del 1972 con quello degli anni 2000 possiamo notare chiaramente notevoli differenze, sia di comportamento che vere e proprie differenze ideologiche (o, se vogliamo, di personalità). Il Ginko di quegli anni incarnava perfettamente il prototipo di poliziotto disposto a tutto pur di fermare il proprio avversario, il prototipo di poliziotto la cui unica ragione di vita era assicurare alla giustizia Diabolik. E in "L'Ombra della Ghigliottina" questo aspetto del carattere dell'ispettore viene reso ancor più efficace (la frase sopra riportata ne è un esempio, ma penso anche alla scena in cui circonda il rifugio e minaccia di farlo saltare in aria con le mine, o a quando lo fa saltare in aria nonostante Diabolik si sia consegnato a lui per scongiurare qualsiasi ipotesi di presenza di Eva Kant). Un Ginko, insomma, molto determinato e implacabile.
Per il resto, la storia non fa che sottolineare la completa sincronia che c'è tra Diabolik e la compagna (basti pensare al piano relativo alla fuga dal carcere) e la forte determinazione di Eva quando è in pericolo la vita del proprio amore.
Una storia molto ben scritta e ben raccontata, impreziosita da dei disegni davvero splendidi.

Il Ginko che negli anni '60 desidera ardentemente la morte di Diabolik, pronto a sacrificare la propria vita e tutto se stesso pur di assicurare il nemico alla giustizia, è di sicuro un personaggio affascinante, ma, secondo il mio punto di vista, è anche molto prevedibile e "poco originale". Il Ginko che sbraita contro il maledetto criminale nonostante sanguini copiosamente ("Notte di Sangue"), il Ginko disposto a promettere riduzioni della pena ai criminali purchè uccidano Diabolik ("Diabolik, chi sei?), è sicuramente, ad un primo impatto, molto caratteristico, ma alla lunga stancante. Proprio perchè noi lettori sappiamo già quale sarà il comportamento dell'ispettore (lo stesso Ginko che sbraita contro Altea dopo che questa lo aveva salvato da morte certa alleandosi con Eva Kant ("All'Ultimo Istante") è davvero insopportabile)...
Alla lunga, quindi, l'intuizione di Luciana Giussani ha avuto ragione. Ora Ginko è un personaggio più contraddittorio, più umano per alcuni aspetti, più consapevole dei propri mezzi e delle proprie possibilità. L'evoluzione del rapporto con Altea è forse l'esempio migliore per spiegare questa evoluzione (e soltanto una drammatica rottura, si veda "Un Killer per Ginko", poteva spiegare e ingigantire maggiormente questi aspetti). Ginko ora è un personaggio più complesso (forse anche più "complessato") proprio come sono complessi e contraddittori Diabolik e, soprattutto, Eva Kant (ma noi lettori non amiamo Eva proprio per via di questi aspetti del carattere?).
Ginko è divenuto un avversario più credibile (non penso sia meno pericoloso per Diabolik anche se a volte fa figure abbastanza "barbine"... ma le faceva anche prima), più umano, più vero. E questo, secondo me, è l'aspetto più importante di questa evoluzione inevitabile (inevitabile se si vuol puntare ancora sul personaggio).