TRAGICO VIAGGIO

Diabolik Swiisss N° 257

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    Diabolik Swiisss
    TRAGICO VIAGGIO
    Anno XIII



    13-01r13-01f



    N°: 257
    Data uscita: 20/10/2015

    Testi di A. e L. Giussani
    Disegni: F. Paludetti - G. Coretti



    Un pugno di disperati sperduti in un nulla in cui gioielli e ricchezza non hanno più importanza. Conta solo salvarsi. Anche a costo di allearsi con il Re del Terrore.


    Questa è la copertina originale di "Tragico viaggio", uscito nel gennaio del 1974:

    13-01r13-01f



    Edited by DK Iudika - 5/12/2017, 11:20
     
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    È una delle mie storie preferite. Consiglio a tutti di aspettare Ottobre, nel caso non si possedesse l'albo :)
    Queste storie degli anni '70 sono molto interessanti non solo per i cambiamenti sociali che si fanno strada nelle storie, ma anche per il modo in cui il personaggio stesso guarda al mondo e come il mondo guarda a lui (basti pensare che nello stesso anno, il 1974, uscivano Marchio di fuoco e Un amore nuovo).

    L'intreccio è molto interessante: durante l'esecuzione di un colpo, Diabolik deve salire su di un aereo, ma per il mal tempo si schianta e i superstiti sono pochi.
    Quello che più mi piace è la confusione e lo sgomento che la presenza di Diabolik genera fra i sopravvissuti, fra chi lo vuole uccidere subito e chi, come Jordan, non vuole macchiarsi di un crimine simile. Alla fine, sarà proprio Jordan a spingere gli altri ad allearsi con Diabolik, e tutti mano a mano si fideranno di lui.
    Fortissima la determinazione di Diabolik, che ha dato la sua parola, nel voler portare in salvo tutti da quella brutta situazione.
    Bello anche l'epilogo con il colpo di scena finale, in cui si scopre che Patrizia è in realtà una criminale e voleva rubare i gioielli fin dall'inizio. E sembrava così indifesa, pensavo che si fosse presa una cotta per Diabolik :lol:
     
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    CITAZIONE (Maricri @ 27/8/2015, 20:40) 
    È una delle mie storie preferite. Consiglio a tutti di aspettare Ottobre, nel caso non si possedesse l'albo :)

    Che dire, ci possiamo fidare anche di te perché ho letto la storia in questione ieri e devo dire che albi del genere ce ne sono pochi.
    Questa è una storia di sopravvivenza di un certo spessore. Gli albi di Diabolik in cui bisogna sopravvivere o bisogna fuggire dalla polizia con evasioni impossibili sono sicuramente quelli che coinvolgono di più il lettore, forse ancor di più delle storie in cui si svelano passati retroscena.
    Anch'io consiglio vivamente di leggere "Tragico Viaggio" anche ai non lettori di Diabolik.
     
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  4. neme__
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    Letto ieri. Aspettavo con ansia di poterlo leggere e devo darvi ragione, è davvero una bella storia, di quelle da ricordare!
    Parto con una considerazione "leggera".
    - Il gioielliere era davvero un rompiscatole! Capisco che temi i furti, ma ogni due secondi a puntualizzare che Diabolik sicuramente ucciderà tutti per derubarti... a 'na certa basta! Fossi stata negli altri superstiti, l'avrei abbandonato per esasperazione! (Scherzo! Però, che pesantezza!)
    - A fine albo, vediamo Jordan e quello che si faceva cogliere da crisi di nervi (non rammento il nome) salire su un altro aereo. Io fossi stata in loro non avrei voluto vederne uno per almeno due anni!
    ... Torniamo seri.
    - Una di quelle situazioni in cui è difficilissimo mantenere il sangue freddo e la razionalità necessari per uscirne vivi, anche se le speranze sono poche o nulle. E in questa storia infatti ci troviamo di fronte alle debolezze umane. Le crisi di nervi, la paura di morire assiderati o di fame, la paura di non essere recuperati e dimenticati... una situazione estrema che pochi possono immaginare. Io stessa non saprei come affrontare una cosa simile. Ed è anche per questi fattori che ho trovato interessantissimo il comportamento di Diabolik, ma anche e soprattutto di Jordan. Forse a causa della sua professione (professore di psicologia all'università) riesce a controllare meglio le proprie emozioni, a ragionare lucidamente, a valutare i pro e i contro, a ritrovare la speranza che lo spinge ad allearsi con Diabolik. E che anche per questo riesce a vedere Diabolik in maniera più "complessa" rispetto agli altri superstiti, almeno all'inizio: sa che è un criminale, ma che è anche leale e non mette minimamente in discussione la sua parola, addirittura si scusa del tradimento, quando lo vede catturato. Complice anche l'esperienza vissuta, che cambia inevitabilmente la visione della vita e di pensiero. Anche gli altri sopravvissuti, trascinati dall'ardore di Jordan e dalla voglia di sopravvivere, riescono a provare "simpatia" per Diabolik (la tenerezza quando scendono per salutarlo!).
    Bello anche il personaggio di Patrizia, nonostante il ruolo cattivo che le è stato affidato. Colpo di scena riuscito ma, non so gli altri, durante la scalata per la sopravvivenza l'ho sentita "vera", realmente impaurita, molto umana, anche nei suoi difetti.
    Qui si è potuta vedere nche l'umanità di Diabolik. Accetta di rinunciare al colpo pur di trarsi in salvo da quella situazione e aiuta anche altre persone, senza aspettarsi nulla in cambio, semplicemente perché lo vuole fare. Senza buonismi o polemiche di sorta, semplicemente perché aveva a che fare con degli innocenti messi male quanto lui, ma meno preparati ad affrontare esperienze simili.
    Un albo bellissimo, ricco di spunti per teorizzare e analizzare i personaggi e la loro evoluzione, la loro società che cambia (insieme alla nostra), con disegni ottimi e momenti di suspence e angoscia mixati egregiamente con quelli più divertenti ("Non mi salutate?")
    Di sicuro, è una storia che non mi scorderò per un bel pezzo!
     
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    CITAZIONE (neme__ @ 27/10/2015, 20:00) 
    Letto ieri. Aspettavo con ansia di poterlo leggere e devo darvi ragione, è davvero una bella storia, di quelle da ricordare!
    Parto con una considerazione "leggera".
    - Il gioielliere era davvero un rompiscatole! Capisco che temi i furti, ma ogni due secondi a puntualizzare che Diabolik sicuramente ucciderà tutti per derubarti... a 'na certa basta! Fossi stata negli altri superstiti, l'avrei abbandonato per esasperazione! (Scherzo! Però, che pesantezza!)
    - A fine albo, vediamo Jordan e quello che si faceva cogliere da crisi di nervi (non rammento il nome) salire su un altro aereo. Io fossi stata in loro non avrei voluto vederne uno per almeno due anni!
    ... Torniamo seri.
    - Una di quelle situazioni in cui è difficilissimo mantenere il sangue freddo e la razionalità necessari per uscirne vivi, anche se le speranze sono poche o nulle. E in questa storia infatti ci troviamo di fronte alle debolezze umane. Le crisi di nervi, la paura di morire assiderati o di fame, la paura di non essere recuperati e dimenticati... una situazione estrema che pochi possono immaginare. Io stessa non saprei come affrontare una cosa simile. Ed è anche per questi fattori che ho trovato interessantissimo il comportamento di Diabolik, ma anche e soprattutto di Jordan. Forse a causa della sua professione (professore di psicologia all'università) riesce a controllare meglio le proprie emozioni, a ragionare lucidamente, a valutare i pro e i contro, a ritrovare la speranza che lo spinge ad allearsi con Diabolik. E che anche per questo riesce a vedere Diabolik in maniera più "complessa" rispetto agli altri superstiti, almeno all'inizio: sa che è un criminale, ma che è anche leale e non mette minimamente in discussione la sua parola, addirittura si scusa del tradimento, quando lo vede catturato. Complice anche l'esperienza vissuta, che cambia inevitabilmente la visione della vita e di pensiero. Anche gli altri sopravvissuti, trascinati dall'ardore di Jordan e dalla voglia di sopravvivere, riescono a provare "simpatia" per Diabolik (la tenerezza quando scendono per salutarlo!).
    Bello anche il personaggio di Patrizia, nonostante il ruolo cattivo che le è stato affidato. Colpo di scena riuscito ma, non so gli altri, durante la scalata per la sopravvivenza l'ho sentita "vera", realmente impaurita, molto umana, anche nei suoi difetti.
    Qui si è potuta vedere nche l'umanità di Diabolik. Accetta di rinunciare al colpo pur di trarsi in salvo da quella situazione e aiuta anche altre persone, senza aspettarsi nulla in cambio, semplicemente perché lo vuole fare. Senza buonismi o polemiche di sorta, semplicemente perché aveva a che fare con degli innocenti messi male quanto lui, ma meno preparati ad affrontare esperienze simili.
    Un albo bellissimo, ricco di spunti per teorizzare e analizzare i personaggi e la loro evoluzione, la loro società che cambia (insieme alla nostra), con disegni ottimi e momenti di suspence e angoscia mixati egregiamente con quelli più divertenti ("Non mi salutate?")
    Di sicuro, è una storia che non mi scorderò per un bel pezzo!

    Ottima analisi neme, concordo in tutto! :D
    Eh sì,
    il gioielliere ad un certo punto aveva proprio rotto :lol: È in una situazione mortale e pensa che potrebbe essere derubato...ma approfitta della situazione di alleanza con Diabolik che almeno lui sa cosa fare, dico io! :lol:
    È una storia che ogni tanto mi piace rileggere, devo dire che l'ispirazione dai fatti accaduti realmente funziona benissimo.
     
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    Per la cronaca e per chi fosse interessato:
    Nel numero 1 di "Diabolikando", uscito ormai quasi un anno fa (dicembre 2014) io e Andrea Agati abbiamo scritto un articolo relativo proprio a questa storia, prendendo in considerazione l'ispirazione ai fatti realmente avvenuti che ispirarono le sorelle Giussani.



    Riporto qui uno stralcio dell'articolo (non quello completo). Se qualcuno fosse interessato, può sentire il Diabolik Club per eventuali disponibilità del numero della fanzine (a mio modesto parere, si tratta del miglior articolo, sicuramente interessantissimo, scritto tra tutti i numeri della fanzine finora usciti):

    "Uno dei punti di forza del personaggio Diabolik è sicuramente rappresentato dal fatto che Lui vive nella nostra società. Le problematiche che si narrano e si affrontano nelle sue storie spesso sono le nostre stesse problematiche, i temi e gli affanni che la società contemporanea vive quotidianamente. Le Giussani, fin dai primi anni di vita della testata, hanno prestato particolare attenzione a problemi sociali di ogni tipo, quali il divorzio (schierandosi apertamente invitando a votare NO al referendum abrogativo del 1974), l'aborto, l'usura, lo sfruttamento della prostituzione, l'abbandono degli animali, sia attraverso le storie sia attraverso l'organizzazione di vere e proprie campagne pubblicitarie. Nella mente dei lettori sono rimaste indelebili storie come “Guerra alla droga” (Anno X, 1971, Numero 22), “Oltre la legge” (Anno XII, 1973, Numero 21), “Malavita” (Anno XV, 1976, Numero 25), “L'ultimo della lista” (Anno XXIV, 1985, Numero 2) nelle quali venivano affrontati temi sociali importanti quali la droga, il braccio violento della legge, lo sfruttamento della prostituzione, l'aborto e l'elenco potrebbe proseguire per altre decine e decine di albi.
    Leggendo i quotidiani, in particolare i casi di cronaca nera, ci si può rendere conto di quanto Diabolik viva in un mondo molto vicino al nostro, di quanto ciò che accade frequentemente nella nostra realtà quotidiana accade nelle pagine del fumetto ed è proprio per questo motivo che è stata lanciata la collana antologica “Nero su nero”, una serie composta da 50 volumi totali, in uscita in edicola, che ristampa due storie di Diabolik per volume dedicate o ispirate a un fatto di cronaca nera realmente avvenuto: un vero e proprio collegamento diretto con la cronaca italiana recente e meno recente, spesso fonte d'ispirazione per avventure mozzafiato.
    Più rari, ma non per questo completamente assenti, sono i casi nei quali un fatto non legato alla cronaca nera, ma legato ad altre vicende, abbia dato spunto ad una avventura di Diabolik. Tra questi, nel gennaio del 1974, uscì un albo rimasto nel cuore e nella mente di tantissimi lettori per l'inusualità dell'argomento affrontato e per le particolarità inedite presenti: “Tragico viaggio” (Anno XIII, 1974, Numero 1).
    L'avvenimento che ispirò questa storia ha davvero dell'incredibile (e per quegli anni rappresentava una vicenda pressoché contemporanea): il 13 ottobre 1972, un Fokker Fairchild FH-227D della Fuerza Aerea Uruguayana, in volo per Santiago del Cile, si schianta su un roccione delle Ande perdendo un'ala e, successivamente, l'altra. Delle quarantacinque persone a bordo, diciotto muoiono nel disastro. In undici perdono la vita successivamente per il freddo, gli stenti e le ferite. Dopo settimane e settimane, nelle quali i sedici sopravvissuti arriveranno a cibarsi dei corpi dei propri compagni morti pur di restare in vita, due uomini della compagnia, Roberto Canessa e Fernando Parrado, attraversano le Ande a piedi riuscendo a trovare i soccorsi che salvano il resto dei sopravvissuti dopo 72 giorni dallo schianto dell'aereo, il 24 dicembre dello stesso 1972. Ormai nel Paese si erano perse completamente le speranze di ritrovare qualche sopravvissuto.
    Dai media e dagli storici, questo avvenimento, viene ricordato come il disastro delle Ande. [...]"
     
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    CITAZIONE (DK Iudika @ 28/10/2015, 09:09) 
    Per la cronaca e per chi fosse interessato:
    Nel numero 1 di "Diabolikando", uscito ormai quasi un anno fa (dicembre 2014) io e Andrea Agati abbiamo scritto un articolo relativo proprio a questa storia, prendendo in considerazione l'ispirazione ai fatti realmente avvenuti che ispirarono le sorelle Giussani.



    Riporto qui uno stralcio dell'articolo (non quello completo). Se qualcuno fosse interessato, può sentire il Diabolik Club per eventuali disponibilità del numero della fanzine (a mio modesto parere, si tratta del miglior articolo, sicuramente interessantissimo, scritto tra tutti i numeri della fanzine finora usciti):

    "Uno dei punti di forza del personaggio Diabolik è sicuramente rappresentato dal fatto che Lui vive nella nostra società. Le problematiche che si narrano e si affrontano nelle sue storie spesso sono le nostre stesse problematiche, i temi e gli affanni che la società contemporanea vive quotidianamente. Le Giussani, fin dai primi anni di vita della testata, hanno prestato particolare attenzione a problemi sociali di ogni tipo, quali il divorzio (schierandosi apertamente invitando a votare NO al referendum abrogativo del 1974), l'aborto, l'usura, lo sfruttamento della prostituzione, l'abbandono degli animali, sia attraverso le storie sia attraverso l'organizzazione di vere e proprie campagne pubblicitarie. Nella mente dei lettori sono rimaste indelebili storie come “Guerra alla droga” (Anno X, 1971, Numero 22), “Oltre la legge” (Anno XII, 1973, Numero 21), “Malavita” (Anno XV, 1976, Numero 25), “L'ultimo della lista” (Anno XXIV, 1985, Numero 2) nelle quali venivano affrontati temi sociali importanti quali la droga, il braccio violento della legge, lo sfruttamento della prostituzione, l'aborto e l'elenco potrebbe proseguire per altre decine e decine di albi.
    Leggendo i quotidiani, in particolare i casi di cronaca nera, ci si può rendere conto di quanto Diabolik viva in un mondo molto vicino al nostro, di quanto ciò che accade frequentemente nella nostra realtà quotidiana accade nelle pagine del fumetto ed è proprio per questo motivo che è stata lanciata la collana antologica “Nero su nero”, una serie composta da 50 volumi totali, in uscita in edicola, che ristampa due storie di Diabolik per volume dedicate o ispirate a un fatto di cronaca nera realmente avvenuto: un vero e proprio collegamento diretto con la cronaca italiana recente e meno recente, spesso fonte d'ispirazione per avventure mozzafiato.
    Più rari, ma non per questo completamente assenti, sono i casi nei quali un fatto non legato alla cronaca nera, ma legato ad altre vicende, abbia dato spunto ad una avventura di Diabolik. Tra questi, nel gennaio del 1974, uscì un albo rimasto nel cuore e nella mente di tantissimi lettori per l'inusualità dell'argomento affrontato e per le particolarità inedite presenti: “Tragico viaggio” (Anno XIII, 1974, Numero 1).
    L'avvenimento che ispirò questa storia ha davvero dell'incredibile (e per quegli anni rappresentava una vicenda pressoché contemporanea): il 13 ottobre 1972, un Fokker Fairchild FH-227D della Fuerza Aerea Uruguayana, in volo per Santiago del Cile, si schianta su un roccione delle Ande perdendo un'ala e, successivamente, l'altra. Delle quarantacinque persone a bordo, diciotto muoiono nel disastro. In undici perdono la vita successivamente per il freddo, gli stenti e le ferite. Dopo settimane e settimane, nelle quali i sedici sopravvissuti arriveranno a cibarsi dei corpi dei propri compagni morti pur di restare in vita, due uomini della compagnia, Roberto Canessa e Fernando Parrado, attraversano le Ande a piedi riuscendo a trovare i soccorsi che salvano il resto dei sopravvissuti dopo 72 giorni dallo schianto dell'aereo, il 24 dicembre dello stesso 1972. Ormai nel Paese si erano perse completamente le speranze di ritrovare qualche sopravvissuto.
    Dai media e dagli storici, questo avvenimento, viene ricordato come il disastro delle Ande. [...]"

    Grazie per aver riportato questo stralcio, Iudika :)
    Una storia di sopravvivenza al limite il cui tema ha indubbiamente il suo fascino anche quando a vivere un'esperienza simile è il Nostro.
    Sarebbe bello vedere altre storie del genere in futuro, mi piace infatti molto la particolarità di questa storia che vede un gruppo di persone comuni che collaborano con Diabolik, e ognuno ha le sue diverse reazioni.
     
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  8. neme__
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    Ottimo articolo, Iudika! Immaginavo che il riferimento al disastro delle Ande fosse palese (un fatto che resterà inevitabilmente impresso nelle memorie di tutti). Diabolik riesce perfettamente nell'intento di essere specchio del nostro mondo, intrattenendo ma anche facendo riflettere.

    Ah, Maricri, quanto hai ragione!
    Addirittura, fossi stata in lui, avrei volentieri patteggiato i gioielli in cambio dell'aiuto di uno come Diabolik per sopravvivere Con un doppio vantaggio: ci avrei rimesso i preziosi, ma avrei avuto salva la vita e la garanzia che non si sarebbe più rifatto vivo, avendo ottenuto ciò che voleva!
     
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