CACCIA ALL'ASSASSINO

Inedito giugno 2017

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    Diabolik Inedito
    CACCIA ALL'ASSASSINO
    Anno LVI



    56-06r56-06f



    N° 6
    Data uscita: 01/06/2017
    Pagine: 120

    Soggetto: P. Martinelli - M. Gomboli
    Sceneggiatura: D. Cajelli - A. Pasini
    Disegni: P. Cerveglieri - G. Montorio - L. Merati
    Copertina: M. Buffagni



    Lorenzo Bach è chiaramente colpevole: tutte le prove indicano lui come responsabile della morte della moglie. Eppure... eppure qualcosa non convince Ginko, e le sue indagini lo porteranno molto, molto lontano. Ma molto vicino a Diabolik.


    Edited by DK Iudika - 15/2/2018, 09:39
     
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    Con l'uscita in edicola di "Caccia all'assassino" la mia passione per Diabolik compie venti anni. Cominciai, infatti, a leggerlo proprio nel giugno del 1997. A questo proposito, ci tenevo molto a condividere un pensiero, una riflessione, e, per il momento, tralascio la recensione dell'Inedito per dedicarmi al resoconto della mia "vita diabolika".

    UNA PASSIONE CHE COMPIE 20 ANNI

    Primi di giugno del 1997. Ricordo quasi come se fosse oggi quelle giornate di fine primavera, quei momenti che precedevano la fine della scuola e quegli spensierati pomeriggi passati per le strade vicino casa di una Lauria, agli occhi di noi bambini, meravigliosa e pulsante di vita.
    Ricordo le giocate a pallone insieme agli amici, lo scambiarsi le figurine dei calciatori o lo sfidarsi con le cards dei calcatori oppure l'andare a casa di uno o dell'altro, a provare i nostri primi giochi a computer, dalla Formula 1 a Pac Man, ma in particolare a PC Calcio 5.0, vera e propria icona del nostro divertimento. A questo proposito, l'edicola vicino casa era una meta assolutamente indispensabile, per tutti noi. Era in edicola che compravamo le figurine o le cards che avremmo collezionato o scambiato, era in edicola che avevamo cominciato a comprare Topolino (poi le nostre mamme ci avrebbero fatto l'abbonamento), ed era dall'edicola che poteva sempre arrivare una novità che ci avrebbe permesso di creare nuovi giochi e nuove esperienze.
    Quel giorno, però, non avevo condiviso nulla con nessuno, sentivo che era un momento soltanto mio, che dovevo gustarmi da solo e che soltanto successivamente avrei reso pubblico anche agli altri. Sapevo cosa prendere perché era già qualche giorno che scrutavo quella copertina.
    Tutto era nato a scuola, quando avevo visto alcuni quaderni di un mio compagno di classe: la scritta DIABOLIK troneggiava su quattro o cinque di essi e la figura di un uomo in tuta che lanciava il pugnale, o che mostrava trionfante uno smeraldo con accanto una bellissima donna bionda e un uomo con la cravatta a righe, avevano richiamato la mia attenzione e stimolato la mia curiosità. Quel nome, Diabolik, mi era rimasto impresso per settimane intere e, ad un certo punto, in edicola avevo notato un'immagine che mi aveva subito riportato a quei quaderni e aveva attirato ancor di più la mia attenzione: l'uomo in tuta nera, lo stesso dei quaderni, in primo piano che osservava dietro di sé e l'uomo con la cravatta a righe, anche lui lo stesso dei quaderni, e le mani in tasca che lo guardava quasi trionfante, con accanto un poliziotto armato. Era la copertina di "Nel carcere speciale", con la scritta Diabolik in alto e la lettera R vicino (soltanto molto tempo dopo avrei capito essere una ristampa, per la precisione la ristampa R con costola bianca). A casa avevo chiesto informazioni a mio padre e mia madre, volevo sapere se avevano mai sentito parlare di questo Diabolik, se lo conoscessero e se sapessero qualcosa a riguardo. Scoprii che entrambi lo avevano letto da ragazzi, negli anni '70, e che si trattava di un ladro e assassino accompagnato da una bellissima donna di nome Eva Kant e braccato da un tenace ispettore di polizia di nome Ginko. La curiosità aumentò ancora di più e chiesi il permesso di poter andare a comprare l'albo in edicola. Ho sempre letto tantissimo, non solo fumetti, ma anche narrativa di vario genere, soprattutto avventura (adoravo e adoro tuttora Salgari), e i miei genitori, soprattutto mia madre, mi hanno sempre spronato a leggere il più possibile ed ero reduce dalla lettura di una edizione per ragazzi de "I tre moschettieri" di Dumas e volevo leggere qualcosa di disegnato e di diverso dal solito Topolino. Sentivo che quella nuova lettura mi avrebbe dato grandi soddisfazioni, soprattutto, mi appassionava moltissimo il fatto che il protagonista fosse un cattivo, uno che poteva anche uccidere con estrema facilità, se ritenuto necessario.
    Ritorniamo, così, a quel giorno di giugno: arrivai in edicola sicuro di prendere "Nel carcere speciale" e andai immediatamente nello spazio dove erano esposti i Diabolik che arrivavano. In quel momento, un'altra immagine di copertina attirò la mia attenzione: la scritta Diabolik (senza la R vicino), ma con sopra la scritta Il giallo a fumetti più piccola con a fianco dei numeri romani e il numero 6. La copertina rappresentava il disegno di una donna spaventata, avevo capito che si trattasse di Eva Kant, e di un uomo con la pistola minaccioso (Ginko), in secondo piano un altro uomo con espressione arrabbiata (avevo ipotizzato che fosse Diabolik, ma non avevo mai visto il vero volto di Diabolik dietro la tuta nera) e il titolo "Nemici alla pari". Lasciai perdere "Nel carcere speciale" (lo avrei recuperato soltanto molti anni dopo in edizione inedita) e comprai "Nemici alla pari". Tornai subito a casa e lo lessi (troppo curioso, non potevo aspettare) rimanendo letteralmente folgorato. Una storia a suo modo molto "classica", nel senso che affronta una delle tematiche più comuni di Diabolik, cioè l'eterna sfida a colpi di mosse e contromosse tra il maledetto criminale e il dannato ispettore, ma il modo di raccontarla, il ritmo della stessa e la continua capacità di sorprendere, mi regalarono delle sensazioni talmente belle e particolari da farmi innamorare di questo fumetto. Una storia che, dopo vent'anni, ancora ricordo con piacere, probabilmente la storia di Diabolik alla quale sono più affezionato.
    Da quel momento, grazie a "Nemici alla pari", è cominciata la mia malattia.
    Tutti i numeri successivi a "Nemici alla pari" finirono nelle mie mani, senza distinzioni tra ristampe e inediti ("Sul tavolo dell'obitorio", "Agguato mortale", "Lotta col tempo", "I tentacoli del crimine", "Un tesoro rosso sangue", il primo Grande Diabolik, ebbi la fortuna di cominciare a leggere la testata un mese prima dell'esordio del formato più grande, "S.O.S. Diabolik", "L'isola dei veleni" e così via) dando inizio ad una lettura continua che mi ha accompagnato per tutti questi lunghi e intensi ultimi vent'anni.
    Dal giugno 1997, infatti, Diabolik mi ha accompagnato nella crescita e persino nelle mie esperienze di vita. Alcuni momenti della mia giovinezza sono legati indissolubilmente all'uscita in edicola o dell'Inedito o delle ristampe e alcuni episodi del personaggio sono associati ad avvenimenti reali che hanno sicuramente influenzato il mio modo di approcciarmi alle storie e il mio giudizio su di esse. È così capitato che, a causa di una prolungata e forzata assenza di mia madre da Lauria per accudire al meglio la mia neonata sorellina Sara, mi sia legato ancor di più alle storie che leggevo in quel periodo e di come queste storie e queste letture abbiano fatto da scudo e da conforto in un momento non facile. Storie che vanno da "Colpo alla cieca" a "Vendetta oltre la morte", senza dimenticare "Panico all'aeroporto", "Il colpo del 2000" o la meravigliosa "Il seme del dubbio".
    È capitato anche l'effetto contrario, cioè che a causa di una giornata per me molto triste, io non abbia mai amato l'Inedito comprato proprio quel giorno: si tratta del 2 ottobre 2003 quando la mia nonna materna è venuta a mancare all'improvviso, ("Doppia trappola"), e quell'albo l'ho sempre associato a quel particolare momento, a quella particolare situazione, non riuscendo a farmelo andare giù. Ancora oggi, se qualcuno mi dovesse chiedere a quale albo di Diabolik sia meno affezionato, risponderei proprio "Doppia trappola".
    Non solo episodi della mia vita, ma anche le persone più importanti che hanno incrociato la mia strada tendo ad associarle a determinati numeri di Diabolik.
    Ad esempio, infatti, ci sono più episodi che associo a Sara, la mia compagna, visto che, a causa mia, anche lei ha cominciato a leggere Diabolik e ad appassionarsi alle sue storie (nomino su tutte "Disperato addio", "Addio, mia amata complice" e "Schiava della droga" che sono le sue preferite) e c'è, invece, un episodio che associo a mia sorella Laura, anche lei, quando vivevo a Lauria, lettrice di Diabolik come me, visto che mi fregava i miei, (si tratta di "Tallone d'Achille"). Adesso che ho l'indubbio onore di essere riuscito a piazzare alcuni soggetti di Diabolik, ogni tanto, sia Sara che Laura, mi provano a dire "ma perché non provi a scrivere una storia di Diabolik dove succede questo o quest'altro?" e io cerco di sviarmela come posso.
    E c'è poi un momento particolare, il più importante di tutta la mia vita, che associo a due albi di Diabolik ("La morte sa aspettare" e "L'ultima beffa"): tra questi due inediti è nata la mia splendida bambina (a novembre, come Diabolik!!!), Gea, che mi ha regalato le emozioni più forti, intense e complete che si possano vivere. La piccola è cresciuta e sta crescendo in una casa dove il nome Diabolik o la sua immagine compare in ogni dove e spero di riuscire, prima o poi, a trasmetterle la mia passione... per ora ho l'impressione di essere in alto mare, visto che preferisce i Pokemon e i Lego.
    Grazie a Diabolik, ho avuto la fortuna di conoscere delle persone meravigliose rappresentate dai ragazzi che frequentano o hanno frequentato il Diabolik Forum (piattaforma che ho cominciato a frequentare nel 2010 e che mi ha dato la possibilità di entrare in contatto con la casa editrice Astorina, soprattutto con Andrea Pasini, un eccezionale professionista e una persona davvero splendida). Grazie al Diabolik Forum ho conosciuto di persona Tonino Monti, Anastasia, Miki Mozgus, Lenny Nero, Vittorio "Neogrigio" Arena, condividendo con alcuni di loro (prima Tonino e Lenny, poi Neogrigio) l'esperienza di una visita in Astorina, a Milano, e l'esperienza di due splendidi pranzi a Roma nel 2012 e nel 2013 dove abbiamo conosciuto Diego Cajelli (e dove è nata "Sangue nella giungla"), Matteo Buffagni e Roberto Altariva (altro grandissimo professionista e persona di eccezionali qualità).
    Ho nominato "Sangue nella giungla" non per caso: si tratta di un episodio che per me rappresenta la realizzazione di un sogno. Quando è uscito in edicola, nell'aprile del 2013, per la prima volta il mio nome è comparso tra i Credits degli autori dell'albo. Sono seguite altre volte, altre ne seguiranno ancora, ma l'emozione di quella prima volta non si può cancellare.
    Con l'uscita dell'Inedito di giugno ("Caccia all'assassino") questa mia passione compie vent'anni. Considerando che ne ho trenta, si può capire come due terzi della mia vita siano stati caratterizzati dalla presenza di Diabolik, costante e forte. Non una presenza soffusa e leggera, ma ricchissima di vicende e mai sopita. Se, nel corso della mia vita ho avuto tanti interessi, dalla passione per il calcio a quella per i videogiochi, è anche vero che solo Diabolik ha resistito alla prova del tempo, visto che è stata l'unica vera passione che mi sono sempre portato dietro.
    Tutto questo è stato e continua ad essere Diabolik per me. Un amico, un compagno, che mi è stato a fianco per larga parte della mia vita, mi ha accompagnato nei momenti belli e meno belli, nei momenti più facili e in quelli più difficili, trasmettendomi emozioni fortissime e sensazioni bellissime e particolari.

    Grazie Diabolik, è proprio vero che qualche buona azione la fai anche tu!
     
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    Che bella testimonianza!
    E grazie per le belle parole che mi hai dedicato.

    Anche per l'Astorina è stata una fortuna incontrarti :)
     
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    Dopo il resoconto della mia passione diabolika (a proposito, grazie Andrea per il tuo commento : ), passo al commento effettivo dell'albo di giugno.
    La storia parte come un classico giallo, il cadavere di Lucrezia e l'indagine di omicidio connessa. Interessantissime le introduzioni dei poliziotti che si occupano del caso, sembra che tutti i commenti che abbiamo fatto nel corso dei mesi passati stiano pian piano prendendo forma tra le pagine degli Inediti, speriamo si continui così. Molto particolare la scelta degli autori del soggetto (mi ha fatto veramente piacere leggere affiancati i nomi P. Martinelli e M. Gomboli, un richiamo al passato del personaggio e mio, tanto per cambiare) di svelare la soluzione del mistero a metà albo per introdurre una seconda parte più avventurosa, di un registro completamente diverso rispetto alla prima parte. Anche in questo caso, mi è piaciuta molto l'idea di utilizzare due poliziotti che agiscono per ordine di Ginko e "fanno il lavoro sporco" in Oriente mentre l'unico aspetto che ho apprezzato di meno è stata l'ennesima botta in testa presa da Diabolik. Non perché non andasse bene, anzi, ma perché arriva esattamente il mese successivo rispetto all'altra, che secondo me è meno giustificabile per i motivi espressi nel commento dell'Inedito di maggio.
    In questo caso, il coinvolgimento minore di Diabolik e di Eva trova piena giustificazione dal coinvolgimento maggiore di Ginko che, con la sua abilità e il suo intuito, riesce a risolvere definitivamente il giallo legato alla morte di Lucrezia e a scagionare un innocente dall'accusa di omicidio.
    Nel complesso, si è trattato comunque di un episodio molto piacevole da leggere con due anime diverse l'una dall'altra che lo rendono estremamente originale.
     
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    intervengo su un solo elemento...

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    l'unico aspetto che ho apprezzato di meno è stata l'ennesima botta in testa presa da Diabolik.

    Ci sono testate Bonelli che hanno nel cassetto albi pronti per qualche anno a venire, è una situazione che invidio solo in parte, ma rispetto a certe cose sì, per esempio la programmazione e la possibilità di far slittare storie a tempo indeterminato. Noi purtroppo abbiamo molto meno ambito di manovra e, a volte, in un certo mese possiamo far uscire solo una storia precisa, perché di altre finite non ne abbiamo.
    E così non solo maggio e giugno hanno due botte in testa a Diabolik, ma anche agosto ha rischiato di averne una (poi la storia abbiamo potuto farla slittare di parecchio e quindi la quasi-tripletta l'abbiamo scongiurata). Il fatto è che la lavorazione di queste tre storie è partita in tre momenti diversi, poi quella di maggio è andata velocissima, mentre quella di giugno ci ha messo molto di più a vedere la pubblicazione, il risultato è stato questo <_< Per fortuna che per agosto avevamo un'alternativa!
     
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    CITAZIONE (andrea pasini @ 3/6/2017, 17:45) 
    intervengo su un solo elemento...

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    l'unico aspetto che ho apprezzato di meno è stata l'ennesima botta in testa presa da Diabolik.

    Ci sono testate Bonelli che hanno nel cassetto albi pronti per qualche anno a venire, è una situazione che invidio solo in parte, ma rispetto a certe cose sì, per esempio la programmazione e la possibilità di far slittare storie a tempo indeterminato. Noi purtroppo abbiamo molto meno ambito di manovra e, a volte, in un certo mese possiamo far uscire solo una storia precisa, perché di altre finite non ne abbiamo.
    E così non solo maggio e giugno hanno due botte in testa a Diabolik, ma anche agosto ha rischiato di averne una (poi la storia abbiamo potuto farla slittare di parecchio e quindi la quasi-tripletta l'abbiamo scongiurata). Il fatto è che la lavorazione di queste tre storie è partita in tre momenti diversi, poi quella di maggio è andata velocissima, mentre quella di giugno ci ha messo molto di più a vedere la pubblicazione, il risultato è stato questo <_< Per fortuna che per agosto avevamo un'alternativa!

    Immaginavo, Andrea. :)
    A volte, però, capitano delle situazioni che magari non si sono viste per moltissimo tempo (cito anche il fatto, ad esempio, di Diabolik che prende il posto di Ginko che quest'anno è capitato due volte a distanza di pochissimo, febbraio e aprile) e che, proprio perché capitano a distanza di pochissimi albi l'une dalle altre, inevitabilmente ti fanno soffermare e riflettere. Poi, ma questo è un problema mio personale, non sono un grande fan delle botte in testa a Diabolik (anche se una botta in testa è stata la causa di un episodio memorabile come "Diabolik, chi sei?" : ).
    La programmazione delle storie è sempre un aspetto pronto a variare al minimo imprevisto (per dire, basta che un disegnatore abbia male alla mano e rischia di saltare le consegne, per non parlare di altri problemi che possono subentrare) e ricordo anche, sia perché lo hai scritto qui sul Forum sia perché ne abbiamo parlato di persona, che speri sempre si possa arrivare ad avere uno o due albi di scorta pronti a subentrare qualora si verifichi un imprevisto, magari permettendovi proprio di scegliere la storia che dovrebbe subentrare. Speriamo che piano piano si possa arrivare a questa situazione ideale.
    Magari, accettando più soggetti possibili o spunti dai lettori, ci sta che riusciate a farcela :D ...
     
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    Magari, accettando più soggetti possibili o spunti dai lettori,

    Non sono gli spunti che ci mancano, te lo assicuro. In realtà il fatto di non avere sufficiente scorta è molto più legato alle dimensioni artigianali della casa editrice che alla mancanza di idee su cui lavorare ;) in Astorina Gomboli e Ferraresi (e, per certe cose, un po' anche io) sono/siamo colli di bottiglia insormontabili perché ci sono certi passaggi della lavorazione di un albo che devono passare necessariamente da lì.
    Ma, nonostante questo, la situazione è in lento e continuo miglioramento: tanto per dire un paio di disegnatori hanno in mano storie della serie regolare che usciranno nella primavera del 2018 e da quando sono in Astorina io un simile anticipo non si era mai visto. Quello che al momento ancora ci manca (ma confido che non sia questione di troppo tempo per averla) è una storia finita, disegni inclusi, da tenere "in panchina", ossia pronta alla bisogna ma non inserita nella programmazione.

    La mia speranza è che questa storia sia già in lavorazione :)
     
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    Preso e letto :)
    numero interessante che gioca con due dei tanti cliché diabolik: il giallo puro e l'avventura.
    Ottimo che la seconda sia praticamente inaspettata.
    P.s. ma solo io ho sussultato sull'amico di Ginko, Morris, così uguale a Gustavo??


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  9. Sabatax
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    Come già espresso da Iudika, finalmente qualcosa si muove!

    I suggerimenti alimentati negli ultimi mesi stanno timidamente attecchendo e, anche se la redazione non ci ha voluto credere fino in fondo(chi ha letto sa perchè), credo sia innegabile che Ginko, utilizzato in questo modo, funzioni molto meglio e, l'introduzione di soggetti spalla, non possa che giovare alla testata, gettando una luce di spendente credibilità.

    La storia parte molto bene ed è coinvolgente già dalla prima pagina, in più ha il pregio di avere una doppia natura che ti porta a domandarti cosa succederà nelle pagine successive. Sarebbe stata perfetta anche per un albo gigante, giocando sulla seconda parte... gli elementi per costruire una caccia al gatto e topo con Eva ci potevano stare. Concludo dicendo che è l'albo di cui aveva bisogno questo 2017, dopo tanti numeri passabili, senza, a mio avviso, la giusta dose di personalità.

    Una domanda per Andrea Pasini: il direttore Gomboli, parlando delle Giussani, ha spesso fatto riferimento a storie pronte, mai pubblicate perchè un dettaglio non tornava... storie che magari potrebbero essere recuperate, rimaneggiate, attualizzate... In Astorina c'è un archivio storico con questi soggetti o sono andati perduti? Se poteste attingervi, potreste risolvere forse il problema del castelletto di storie da tenere di riserva. In più, aggiungo, vuoi mettere pubblicare ora storie a cui hanno lavorato Angela e Luciana...
     
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    CITAZIONE (Sabatax @ 6/6/2017, 13:42) 
    Come già espresso da Iudika, finalmente qualcosa si muove!

    I suggerimenti alimentati negli ultimi mesi stanno timidamente attecchendo e, anche se la redazione non ci ha voluto credere fino in fondo(chi ha letto sa perchè), credo sia innegabile che Ginko, utilizzato in questo modo, funzioni molto meglio e, l'introduzione di soggetti spalla, non possa che giovare alla testata, gettando una luce di spendente credibilità.

    La storia parte molto bene ed è coinvolgente già dalla prima pagina, in più ha il pregio di avere una doppia natura che ti porta a domandarti cosa succederà nelle pagine successive. Sarebbe stata perfetta anche per un albo gigante, giocando sulla seconda parte... gli elementi per costruire una caccia al gatto e topo con Eva ci potevano stare. Concludo dicendo che è l'albo di cui aveva bisogno questo 2017, dopo tanti numeri passabili, senza, a mio avviso, la giusta dose di personalità.

    Una domanda per Andrea Pasini: il direttore Gomboli, parlando delle Giussani, ha spesso fatto riferimento a storie pronte, mai pubblicate perchè un dettaglio non tornava... storie che magari potrebbero essere recuperate, rimaneggiate, attualizzate... In Astorina c'è un archivio storico con questi soggetti o sono andati perduti? Se poteste attingervi, potreste risolvere forse il problema del castelletto di storie da tenere di riserva. In più, aggiungo, vuoi mettere pubblicare ora storie a cui hanno lavorato Angela e Luciana...

    Mi aspettavo un tuo intervento riguardo l'utilizzo di Ginko in questa storia (immaginando che ne saresti stato contento : ).
    A me va benissimo che Ginko possa essere utilizzato anche in questo modo, coordinando una squadra di uomini che agiscono sotto le sue direttive e sotto le sue intenzioni, ma non bisogna mai perdere di vista il fatto che Ginko deve essere un uomo d'azione che si muove in prima persona (a volte agendo persino in solitaria... a me questo aspetto dello "sbirro" che preferisce muoversi da solo, senza per forza delegare, rischiando la pelle in prima persona è sempre stato uno degli aspetti preferiti del personaggio di Ginko). Quindi, ben vengano episodi come questo "Caccia all'assassino", però vanno usati anch'essi con equilibrio, alternando all'occorrenza i vari utilizzi e le varie trame.
    Per quanto riguarda, invece, l'ultima parte del tuo post (premesso che la risposta di Andrea sarà molto più completa, precisa e affidabile della mia), posso dirti che, in base al poco che so, esisteva la situazione contraria, cioè soggetti o spunti scartati dalle Giussani che poi, con le opportune modifiche, alcune suggerite proprio dalle sorelle, dopo la morte di Luciana hanno avuto modo di trovare la pubblicazione. Due esempi: "Diabolik è scomparso", esce la Ristampa tra pochi giorni, che risale ad un soggetto di Gomboli scartato dalle Giussani negli anni '60-'70 e del quale il Diabolik Club ha pubblicato il soggetto originale degli anni '70 in un numero passato della Gazzetta di Clerville (volendo Roberto Altariva potrà raccontarti meglio questo aneddoto) e "Il nero vince", sempre di Gomboli che era stato scartato nel passato e si intitolava "Gioco d'azzardo" e che poi è stato modificato e aggiustato e pubblicato nel 2001.
    Persino "Notte magica", il bellissimo episodio del febbraio 2001, era stato in principio scartato dalla Martinelli e da Luciana Giussani negli anni '90 (a questo proposito, Gomboli mi ha raccontato qualcosina in più di persona, soprattutto il motivo per il quale Luciana lo aveva bocciato) e che poi è diventato il bellissimo albo che tutti noi conosciamo.
     
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  11. Sabatax
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    E ci mancava che non intervenivo, dopo un "martellamento" di quasi un anno :D

    Assolutamente d'accordo con te che Ginko debba essere un cane sciolto ma, al tempo stesso, debba coordinare i suoi uomini come ha fatto in questo episodio. Per l'introduzione di nuovi personaggi, come si è visto, non serve molto, l'importante è che ogni tanto vengano nominati o facciano una comparsata per non perderne memoria. Se ci soffermiamo sull'aspetto spalla dell'ispettore, le Giussani stesse, adottarono inizialmente la figura di Gustavo, personaggio valido, ma fino ad un certo punto, infatti gradualmente lo dismisero. Ma il concetto c'era, e ci credevano sia Angela che Luciana.

    Se l'operazione recupero è stata già fatta, ci sono solo da fare gli straordinari :D Scherzo naturalmente, complimenti a tutti.

    Ps: leggendo la collana Swisss, non posso che apprezzare le atmosfere tetre e noir che caratterizzavano le storie di cronaca, tanto da renderle palpabili. Tutto ciò era realizzato grazie ai retini e tanto ingegno... spesso queste atmosfere notturne, illuminate al minimo(lanterna, torcia), mi mancano e credo che gioverebbe alla serie rivederle. Fateci un pensierino.
     
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    Non esiste un archivio delle storie cestinate, nemmeno di quelli di "pezzi da 90" come le Giussani o lo stesso Gomboli. Nessuno di loro lavorava per la posterità, se un'idea per qualche motivo non funzionava la si cestinava e ne inventavano un'altra, quelle che sono sopravvissute che poi sono state recuperate lo sono state per caso e per fortuna.

    Detto questo non è escluso che qualche cosa possa ancora saltare fuori, mi diceva Patricia Martinelli che lei dovrebbe avere, da qualche parte, il manoscritto di una storia inedita di Luciana che in corso di lavorazione era stata abbandonata e, forse, in uno scatolone rinvenuto di recente in casa Gomboli potrebbe esserci qualcosa d'altro.

    Se son rose, fioriranno ;)
     
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  13. Sabatax
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    Buona caccia allora ;)
     
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    Dalla pagina FB della Redazione (www.facebook.com/DiabolikUfficiale/posts/1539393536132954:0):

    “CACCIA ALL'ASSASSINO”: storia di una storia.
    Andrea Pasini ci racconta alcuni retroscena dell'inedito attualmente in edicola. Se ancora non l’avete letta ma avete intenzione di farlo, data la natura dell’articolo, meglio NON PROSEGUIRE oltre: vi rovinereste i colpi di scena e comunque apprezzereste poco il racconto di Andrea.

    La storia parte da uno spunto di Patricia Martinelli che voleva mostrare Diabolik ed Eva in condizioni difficili, abbandonati in mezzo a una foresta tipo Alaska. Patricia ha sviluppato un primo abbozzo della trama in cui, a ritroso, ha immaginato gli eventi che avevano portato i Nostri in quella foresta (diventata, nel frattempo, una foresta subtropicale). Questo abbozzo Patricia l’ha poi articolato in modo compiuto assieme a Mario Gomboli.
    Anche se il mio nome non appare nel colophon, ho avuto modo di dare una mano agli autori durante tutte la fasi di lavorazione dell’albo, a partire dal soggetto, facendo da “sparring partner” prima a Patricia e poi a Mario nella parte finale della scrittura. Posso quindi raccontare qualcosa delle variazioni in corso d’opera occorse alla storia.
    Il soggetto era troppo lungo. A causa della sua natura di storia “doppia” (gialla a Clerville e d’avventura in Estremo Oriente) sin da subito siamo stati costretti a operare delle rinunce per poter far stare queste due storie in un solo albo. La rinuncia più importante, in fase di soggetto, ha riguardato chi avrebbe scoperto il vero colpevole dell’omicidio di Lucrezia. L’idea iniziale di Patricia, sicuramente avvincente, era che Ginko e Diabolik arrivassero entrambi al maggiordomo (e quindi al ricco bottino che aveva con sé) attraverso due indagini parallele. Questo però avrebbe comportato una trama ancora più lunga e articolata così, a malincuore, si è preferito lasciare la scoperta del colpevole a Ginko facendo in modo che Eva e Diabolik ne approfittassero. In fin dei conti, per noi la cosa più importante era farli finire su quell’aereo per poi farli precipitare, il come ci arrivassero era secondario.
    Il soggetto era comunque troppo lungo (anche nella sua versione definitiva). Diego Cajelli ha fatto il possibile ma far stare tutto quanto avevamo immaginato nelle 119 piccole tavole di Diabolik si è dimostrato impossibile. A quel punto, per comodità, si è deciso che avrei lavorato io alla sceneggiatura modificando parte della storia per farcela stare. Per questo la sceneggiatura avrebbe dovuto essere firmata da entrambi, poi il mio nome per errore si è perso strada facendo e pace.
    Un’altra cosa che si è persa (questa però tagliata volutamente) è una lunga scena, ambientata nella prigione dove è tenuto Lorenzo Bach, in cui Diabolik trovava un modo (molto complesso) per raggiungere in cella Lorenzo e interrogarlo. Una volta sceneggiata la sequenza avrebbe tenuto una trentina di pagine e quindi l’abbiamo sostituita con quattro sole tavole (quelle da 30 a 33 ossia pagg. 32/35) in cui Diabolik se la cava in maniera molto più spiccia. È soprattutto grazie a questo taglio in extremis che la storia è riuscita a restare nei limiti imposti dalla foliazione.
    La scena in carcere era stato il mio principale contributo al soggetto e proprio mi spiaceva buttarla via, perciò, partendo da lì e costruendoci attorno una trama tutta diversa, è diventata il punto di partenza di una nuova storia. Una storia che vedrà il ritorno di un personaggio del passato e che, se tutto andrà come previsto, leggerete nel corso del… 2019!

     
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    "Diabolik è scomparso", esce la Ristampa tra pochi giorni, che risale ad un soggetto di Gomboli scartato dalle Giussani negli anni '60-'70 e del quale il Diabolik Club ha pubblicato il soggetto originale degli anni '70 in un numero passato della Gazzetta di Clerville (volendo Roberto Altariva potrà raccontarti meglio questo aneddoto).

    La cosa fu abbastanza divertente, perché Gomboli portò me e mio fratello a visitare il suo studio esterno all'Astorina, che aveva appena risistemato. Ci disse che c'era una cartella con i soggetti originali di sue storie per Diabolik. Lorenzo, allora gli chiese di poterci dare un'occhiata e si mise a leggere le prime righe di ciascuno, per capire di che storie fossero. Finché non ne trovò uno che non corrispondeva a nessuna storia pubblicata, era, appunto "Diabolik è Scomparso".

    La cosa più divertente è che mentre lo leggeva, lo raccontava a Mario, che non ricordava assolutamente nulla della storia (il soggetto aveva una probabilmente più di vent'anni e c'erano commenti scritti a mano da Angela Giussani, che però sul momento riuscimmo a decifrare solo in piccola parte). Alla fine della lettura, Mario era già deciso ad aggiustarlo e riutilizzarlo e il bello è che ci disse: "Se vi foste letti la storia e l'aveste riscritta da cima a fondo, io ve l'avrei acquistata senza sospettare che fosse mia" (o qualcosa del genere) :o)
     
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