PUNTO DI ROTTURA

Era già successo che il cinismo di Diabolik si scontrasse con l'etica di Eva Kant. Era già successo che simili scontri portassero la coppia molto vicino a una crisi. Ma prima d'ora non era mai successo che superassero il punto di rottura.

Ho già avuto modo di parlarne personalmente con Roberto Altariva, quindi ciò che scriverò qui sarà sostanzialmente quanto ho già scritto a lui.
Ritengo che la scelta di far sceneggiare questa storia a Roberto sia stata non solo doverosa (la storia parte da un suo soggetto, da una sua idea, da sue riflessioni), ma anche estremamente azzeccata per il risultato finale. Soprattutto, mi è piaciuto l'approccio che ha avuto nei confronti dei due personaggi principali e del loro litigio, che ritengo essere la parte più "delicata" e più importante dell'intera storia e di come abbia reso magnificamente le singole scene delle varie discussioni. Due personaggi "vivi", estremamente reali nel manifestare le loro esigenze e i loro punti di vista. Non solo, la capacità di esprimere "dolcezza" nei pensieri del maledetto criminale e della sua compagna, anche nella differenza di vedute è l'aspetto che alza notevolmente l'asticella e il livello della storia. Vedere Diabolik ed Eva che riflettono sul loro rapporto, sui loro comportamenti (Diabolik: "Forse abbiamo esagerato entrambi... Potrei ancora chiamarla e convincerla a tornare indietro... Meglio così... Stare da soli per un po' ci farà bene! La ricontatterò quando saremo tutti e due più calmi!" oppure Eva: "Ma cosa mi è successo? Certo, lui mi ha parlato come se fossi al suo servizio e non la sua compagna... Ma io SO che NON è così che mi considera! Anche se si è espresso male, era venuto qui con le migliori intenzioni. Non avrei dovuto attaccarlo in quel modo, nonostante avessi le mie ragioni!"), essere testimoni diretti dei loro pensieri più intimi, fanno capire che non si tratta di una storia che parla di due persone che si stanno lasciando (come erroneamente hanno sottolineato i media che hanno dato diversa attenzione a questa storia, alcuni con articoli molto poco degni di Diabolik), ma di due persone che, nonostante le differenze di vedute che ci sono e ci saranno ancora, non possono fare a meno di amarsi. E questo è l'aspetto sicuramente più bello, più importante e più potente della storia. La bravura di Roberto è stata quella di essere riuscito a scavare molto bene nell'animo di Diabolik e di Eva.
Tutto il resto diventa poi superfluo, anche gli aspetti un po' più critici, proprio perché, secondo me, il successo o meno della storia dipendeva dalla capacità di trattare il rapporto Diabolik - Eva.
Volevo poi spendere una breve riflessione su Barison, disegnatore che ammiro davvero tanto e che ritengo essere un fuoriclasse: nonostante ci siano dei netti miglioramenti rispetto alle ultime performance dei GDK estivi passati ("Effetti speciali", a livello di disegni, è stato uno dei meno dinamici che mai ci sia stato), soprattutto per quanto riguarda la caratterizzazione e la recitazione dei personaggi che è stata davvero ben riuscita, siamo purtroppo molto lontani dai livelli altissimi dei primi GDK estivi da lui disegnati in solitaria ("Un killer per Ginko" o "Il tesoro di Diabolik", giusto per fare un paragone). Spero che Barison non si sia un po' "stancato", dopo tutti questi anni, di disegnare il GDK, anche perché essere considerato il disegnatore principe dello speciale estivo e, di conseguenza uno dei più importanti di una testata storica e importante come "Diabolik", è un privilegio che deve essere guadagnato costantemente, con prestazioni degne del personaggio rappresentato.
Disegnare Diabolik è un onore (a cui non tutti possono accedere), ma anche un onere perché stiamo parlando della Storia del fumetto italiano.