L'ESCA

Avendo letto entrambe le storie, una dopo l'altra, ho probabilmente apprezzato maggiormente lo svolgimento della trama. Come già scritto per l'albo precedente, la vicenda è nata spezzata in due parti e questo numero poteva essere letto come un qualsiasi Diabolik che si riallaccia ad una precedente vicenda avvenuta anni prima(soprattutto grazie agli spiegoni iniziali). Chissà, magari originariamente era nato proprio per essere pubblicato a distanza di qualche tempo... Il buon Andrea Pasini, se avrà voglia e tempo, potrà forse fugare questo dubbio.
Passiamo alla trama. Rudenko è un bel personaggio e, questa storia, ha i perfetti elementi di un sequel per continuare la vicenda iniziata ne "L'uomo che non conosceva Diabolik". Uno di questi, è l'invertire il luogo d'azione; il Northstand ha regole ben differenti da quelle di Clerville, un altro, trasformare Ginko nell'ispettore straniero in visita, proprio come accadeva nel Grande Diabolik con Rudenko. Per quanto riguarda Diabolik porta a termine le sue indagini che culminano in un'interessante gioco al gatto e al topo con l'assassino che, con grande astuzia, riuscirà perfino a fregarlo (ma solo temporaneamente). Il finale, come l'avventura del mese scorso, ha una conclusione stile Marvel.
I disegni sono superlativi, Barison quando si è cimentato nella loro realizzazione, doveva essere in gran forma perchè alcune sequenze sono spettacolari e certi primi piani, mi lasceranno senz'altro il segno nella memoria Diabolika. Due per tutti, lo sguardo di Diabolik che si toglie la maschera o l'espressione di pura follia di Solez alla resa dei conti con Ginko. Buoni anche i retini che illuminano i volti e che rendono veramente bene sul maglione di Rudenko.
La copertina è buona, con un Diabolik che trama nell'ombra reso alla perfezione. il Ginko sulla retro, credo sia ispirato al Martin Balsam di Psicho e mi ha ricordato vagamente il logo giallo sulla retro del numero 1 del 62'. L'idea di collegare le copertine, è una trovata assolutamente valida e godibile, al punto che mi sono domandato se lo stesso non si potrà fare un domani con un albo di ben altra epoca... redazione sbizzarritevi! La mia copia de il "Cappio alla gola", presentava una cover di un millimetro più piccola dell'albo, quindi per farla combaciare ho dovuto ruotare "L'esca" di 45 gradi, creando involontariamente uno straordinario effetto tridimensionale, provare per credere.
Concludo, dicendo che sono contento che tra questo albo e il precedente, si è voluto capitalizzare su Ginko, un personaggio che ha potenzialità inespresse molto forti(ne avevo parlato proprio qualche mese fa). La decisione di fargli infrangere qualche regola poi, lo fa divenire molto più godibile e reale. Continuate così!