IL CAVALLO VINCENTE

Inedito giugno 2018

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    Diabolik Inedito
    IL CAVALLO VINCENTE
    Anno LVII



    57-06r57-06f



    N° 6
    Data uscita: 01/06/2018
    Pagine: 120

    Soggetto: E. Lotti - A. Mainardi - A. Pasini
    Sceneggiatura: E. Lotti - A. Mainardi
    Disegni: E. Facciolo
    Elaborazione digitale: V. Bomparola
    Copertina: M. Buffagni



    Big White è il cavallo più veloce che abbia mai gareggiato a Clerville. Un facoltoso principe lo vuole aggiungere alle sue scuderie e in cambio offre una rarissima pietra. Forse a Diabolik non interessano i cavalli… ma le gemme, si.


    Edited by DK Iudika - 3/10/2018, 10:46
     
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    Preso e letto ieri e, per una volta, non ho quasi nulla da ridire :) è una bella storia, che scorre senza problemi, ha il suo grado di tensione senza sfociare mai nel dramma e anche una discreta dose di colpi di scena.
    Mi sembra che per tutto l'albo Eva venga un po' meno al suo rispetto e amore per gli animali, cosa che viene "risolta" nell'ultimissima tavola. Per il resto, un bell'8 e mezzo all'albo.
     
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  3. Sabatax
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    Albo molto piacevole.

    La storia è interessante e estremamente scorrevole, densa di elementi esplosivi che tengono alta l'attenzione fino alla conclusione. I personaggi sono diversi e tutti caratterizzati bene, rientrando a pieno titolo nel genere nero che tanto ci piace. Uno dei luogotenenti, quello specializzato nel combattimento corpo a corpo, credo sia stato concepito per uno scontro fisico con Diabolik (tema che manca da molto tempo nella serie), poi, immagino per mancanza di spazio, abbia fatto la fine sbrigativa e quasi incomprensibile che abbiamo letto. Veramente un peccato, anche perchè Diabolik, una volta tanto, aveva esaurito l'onnipresente doppio pugnale con cui, ormai per convenzione, si libera contemporaneamente degli avversari. Un vero peccato, ripeto, perchè ne poteva venire fuori qualcosa di poco visto è sempre interessante da leggere nella serie. Vedendo la sequenza, mi pare abbastanza chiaro che siano state fatte delle scelte forse sofferte, ma sarebbe stato preferibile, a mio avviso, sacrificare l'inutile e stucchevole epilogo che mi ha fatto chiudere l'albo frettolosamente e con una smorfia infastidita.
    I disegni di Facciolo, sono ormai canonicizzati e non subiscono flessioni verso il basso nè verso l'alto, portando a casa una meritata sufficienza. La copertina di Buffagni è, al solito notevole, ma la fantastica retro, ruba la scena senza se e senza ma.
     
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    Dalla pagina FB della redazione Astorina (www.facebook.com/DiabolikUfficiale/posts/2008203765918593):

    IL CAVALLO VINCENTE: storia di una storia.

    Il co-soggettista Andrea Pasini ci racconta come si è sviluppata la storia dell'inedito attualmente in edicola.
    Data la natura dell’articolo, è necessario che abbiate letto prima l'albo perché non solo certe informazioni si apprezzano solo conoscendo la trama in questione ma, soprattutto, la lettura di questo testo potrebbe rovinarvi i colpi di scena presenti. Quindi se ancora non lo avete letto ma avete intenzione di farlo, NON PROSEGUITE OLTRE LA LETTURA.

    LA PRIMA TRACCIA – Enrico Lotti e Alessandro Mainardi sono venuti in redazione con tutta la prima parte della storia già tratteggiata. C'era già il cavallo dall'enorme potenziale e una sua ricca vendita in vista. C'era già Diabolik interessato al gioiello che il venditore avrebbe ricevuto in pagamento e c'era già la malattia che avrebbe potuto compromettere il buon esito dell'affare con l'idea che Diabolik forse avrebbe potuto sostituirsi al veterinario di Seller per evitare che l'acquisto andasse a monte. C'era già anche il titolo “Il cavallo vincente” che da titolo provvisorio di lavorazione sarebbe diventato alla fine il titolo definitivo (cosa che succede abbastanza di rado).
    Il primo pranzo partiva da questi presupposti (tutti i nostri soggetti vengono sviluppati attraverso una serie di pranzi di lavoro) i partecipanti erano: Lotti & Mainardi da un lato del tavolo e Gomboli e il sottoscritto dall'altro. Abbiamo tirato fuori un po' di idee, valutato alternative, discusso ipotesi e ci siamo lasciati con l'accordo che il lato di Lotti & Mainardi avrebbe elaborato una seconda traccia.

    LA SECONDA TRACCIA – Il secondo documento proposto da Enrico e Alessandro aveva già i fondamenti di tutta la trama così come l'avete letta: il veterinario di Seller, purtroppo per lui, veniva ammazzato ed Eva prendeva il posto della veterinaria del compratore. Seller organizzava un finto attentato per liberarsi del cavallo, con l'intento di far sparire le prove della truffa che aveva pianificato. Ma Diabolik spostava la bomba sotto il tombino prima di quello scelto da Seller e così era lui a saltare in aria. C'era ancora da decidere se nella storia ci sarebbe stato o meno Ginko (alla fine non ci è parso necessario), quale sarebbe stata la sistemazione finale del cavallo (vagliate tutte le ipotesi abbiamo deciso che il posto migliore era presso il ricchissimo acquirente, con minaccia finale di Eva per sincerarsi che venisse accudito con tutti i riguardi) e, soprattutto, c'era da articolare bene il finale in modo che per Diabolik non fosse troppo facile portare a termine il colpo (e così abbiamo deciso che, in contemporanea, anche gli scagnozzi di Seller avrebbero provato a rubare la gemma). Poi, nelle versioni successive del soggetto, abbiamo sistemato varie piccole cose (per esempio la bomba di Seller l'abbiamo tolta dalle fogne per nasconderla direttamente dentro la sua auto, rendendo il tutto molto più semplice).

    L'EMIRO, LA LADY E IL PRINCIPE – Il personaggio che ha avuto più “fluttuazioni” è stato il compratore del cavallo. Nella prima traccia era “Massimo Trot” proprietario di una scuderia di corse di Clerville. Poi, visto che doveva aver senso che qualcuno volesse colpirlo con un attentato, è diventato un emiro, ma così risultava implausibile che un emiro pseudo-arabo avesse una veterinaria donna. Per questo motivo la persona interessata a comperare Big White è diventata lei stessa una donna, un personaggio alla Evita Peron (ma senza l'ingombrante marito): popolare leader di un Paese straniero con un'agguerrita opposizione (armata) interna. Alla fine però ci siamo decisi per un dispotico principe pseudo-indiano, compatibile con la veterinaria donna e personaggio meno sfaccettato della Lady straniera. Lo abbiamo preferito perché nella storia non avevamo molto spazio da dedicargli e un personaggio troppo interessante sarebbe stato sprecato.

     
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    Molto interessante.
    Bella la finezza dell'emiro cassato per via del veterinario donna.
    Certo che il nome "Trot" per un proprietario di scuderie sarebbe stato più da Topolino che da Diabolik!
     
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    Dalla pagina FB della Redazione Astorina (www.facebook.com/DiabolikUfficiale/posts/2016969965041973):

    IL CAVALLO VINCENTE: dietro le quinte di Enrico Lotti e Alessandro Mainardi.

    Gli sceneggiatori Lotti e Mainardi ci raccontano alcune curiosità sull'inedito attualmente in edicola.
    Data la natura dell’articolo, è necessario che abbiate letto prima l'albo perché non solo certe informazioni si apprezzano solo conoscendo la trama in questione ma, soprattutto, la lettura di questo testo potrebbe rovinarvi i colpi di scena presenti. Quindi se ancora non lo avete letto ma avete intenzione di farlo, NON PROSEGUITE OLTRE LA LETTURA.

    DIABOLIK STALLIERE – “Il cavallo vincente” non è la prima avventura di Diabolik ambientata nel mondo dell’ippica: molti lettori ricorderanno infatti “L’inganno vince” (2013, numero 11). In quell’occasione, tuttavia, lo sfondo della storia era il dressage – disciplina equestre nella quale Eva aveva avuto un’importante esperienza in giovane età. Per questa nuova storia, ci era stato richiesto espressamente di cercare un’ambientazione differente: abbiamo così pensato al mondo delle corse ippiche e degli ippodromi. Abbiamo però voluto mantenere un riferimento alla storia del 2013, facendo svolgere a Diabolik, proprio come allora, le corvée di stalla. Benché Diabolik sia sicuramente in grado di ricoprire qualsiasi identità e qualsiasi ruolo (tranne, forse, quello del cavallo...), ci è sembrato divertente assegnarlo di nuovo a quelle incombenze. Ma se mai dovesse profilarsi un nuovo colpo in ambiente ippico, dubitiamo che il nostro accetterà nuovamente quel tipo di travestimento…

    DALLA PARTE DEL CAVALLO – Eva Kant, come si diceva, è una provetta cavallerizza e nutre grande amore per i cavalli. Ci sarebbe sembrato fin troppo scontato assegnarle il ruolo di fantino in questa storia. Ma l’identità della veterinaria di fiducia del principe Bahadur Sahib le calzava a pennello: sotto le spoglie della brava e bella Anisha, avrebbe potuto assumere tutte le informazioni necessarie e dare il suo importante contributo alla buona riuscita del colpo.

    SCUOLA DI POLIZIA – Non tutti i poliziotti di Clerville sono “mastini” come Ginko, brillanti, abili e dalle rapide intuizioni. Ci sono anche funzionari comuni, onesti, affidabili… ma non particolarmente sagaci. Con il commissario Marchand abbiamo messo in scena un personaggio così, forse più realistico: zelante, pieno di buona volontà, ma non proprio un’aquila, troppo rispettoso del ruolo sociale e della personalità di Seller e incapace di smascherarne le menzogne e i reali intenti.

    PROVVISORIAMENTE DEFINITIVI – Di solito, quando iniziamo a lavorare su un soggetto, usiamo per la storia un titolo di lavorazione puramente indicativo, giusto per rendere l’idea del tema o del clima, ma di questo è già stato detto nel precedente “Dietro le Quinte”.
    Per quanto riguarda i personaggi, invece, molte volte utilizziamo nomi “in codice” che ne designino certe caratteristiche o la funzione narrativa. Il nome in codice di Seller era… Seller: quel nome ci suonava bene perché egli è colui che cerca di vendere il cavallo (in inglese: “to sell”) e anche perché, trattandosi di una storia ippica, il nome evocava riferimenti anche a “sella, sellare”. Alla fine, abbiamo deciso di mantenere quel nome, e Pietro Seller non ha avuto bisogno di cambiamenti d’anagrafe.

    ILLUSTRI PRECEDENTI – Il cavallo al centro della storia si chiama “Big White”. Forse, questo nome farà suonare un campanello agli appassionati di equitazione e di storia delle discipline ippiche: il riferimento infatti è a “Big Red”, soprannome di uno dei cavalli da corsa più famosi di tutti i tempi, Man o’ War (1917 – 1947). Cavallo di razza purosangue inglese, viene considerato il miglior cavallo da corsa americano del XX secolo e si piazzò al primo posto in 20 delle 21 gare a cui partecipò. Negli anni Settanta il soprannome “Big Red” venne affibbiato a un altro famoso campione americano, Secretariat. Pensiamo che il nostro Big White non avesse molto da invidiare, in quanto a prestazioni, ai due illustri predecessori.

    TOMBINI ANTI-INTRUSI – Durante la preparazione del colpo, Diabolik spruzza sui bordi di un tombino una sostanza speciale, visibile soltanto mediante apposite lenti a contatto: si tratta di una misura di sicurezza per essere certo che nessun altro vi acceda a sua insaputa.
    L’idea ci è venuta perché stavamo scrivendo la storia nell’imminenza della visita del Papa nella nostra città, a Milano. Per combinazione, abitiamo entrambi nella stessa zona della città, e il corteo papale sarebbe passato proprio vicino a noi. Notammo che, nei giorni immediatamente precedenti, tutti i tombini disposti lungo il tragitto erano stati sigillati con una sostanza colorata, che avrebbe permesso di rilevare immediatamente ogni tentativo di manomissione. Abbiamo così deciso di prendere a prestito per i nostri scopi, con le opportune modifiche, quella misura di sicurezza.

    IL MARCHINGEGNO ORIGINALE – Per accedere alla cassaforte, Diabolik deve aprire un varco in un muro, senza però fare ricorso a rumorose esplosioni o a metodi che farebbero scattare gli allarmi. La soluzione migliore è un acido, ma il nostro non può restare giorni interi sotto terra a corrodere il muro e ha inoltre bisogno di una rigorosa tempistica. Si costruisce quindi un dosatore che permette una “irrorazione continua, regolata ed estremamente precisa”, per usare le sue parole. Come fosse in realtà il dosatore, non ne avevamo idea: ma a quello ha pensato Mario Gomboli che ha architettato e rifinito il dispositivo, e ne ha fornito al disegnatore uno schema dettagliato.

     
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