SCOMODA TESTIMONE

Inedito maggio 2019

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    Diabolik Inedito
    SCOMODA TESTIMONE
    Anno LVIII



    58-05r58-05f



    N° 5
    Data uscita: 01/05/2019
    Pagine: 120

    Soggetto: E. Lotti - A. Mainardi
    Sceneggiatura: E. Lotti - A. Mainardi
    Disegni: A. Muscatiello - G. Montorio - L. Merati
    Copertina: M. Buffagni



    Cosa può fare Eva Kant, trovandosi a essere testimone di un delitto? Niente, se non vuole rovinare i piani di Diabolik. E allora eccola costretta nello scomodo, pericoloso ruolo di collaboratrice della polizia.
     
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    Albo che si divide fra pregi e difetti.
    Il soggetto non è malvagio, e mi piace che sia lasciato spazio a tutti i personaggi senza tenere necessariamente in scena Diabolik. Forse sarebbe stato il caso di ambientare la vicenda lontano da Clerville, perché è strano che un caso così importante non coinvolga Ginko (ma è stato giusto non chiamarlo in causa visto il pochissimo spazio riservato alle forze di polizia). Il punto debole mi è parsa una sceneggiatura un po' meccanica, con poca fluidità nel collegamento fra una sequenza e l'altra, il coinvolgimento di Franca troppo telefonato e qualche spiegone in flashback di troppo. Poi, va be', le solite sottigliezze linguistiche su cui mi fisso io: quando mai "magistrato" viene usato come titolo rivolgendosi a una persona?

    Sono combattuto anche sull'esordiente Muscatiello: si deve indubbiamente sgrezzare, ma si intravede uno stile: ha un non so che di vintage che non mi dispiace. Non so quanto la cosa sia stata enfatizzata da Montorio, perché in alcuni volti l'inchiostrazione l'ho trovata meno precisa del solito, potrebbe essere stata una scelta voluta.
     
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    Storia tutto sommato scorrevole anche se forse prevedibile, nel senso che si intuisce un "cosa" ma non il "come". Ho trovato un po' abusati certi pensieri o dialoghi messi apposta per spiegare le cose al lettore. D'accordo i flashback, ma mi riferisco a scene in diretta...
    Tipo tutta la prima scena, Diabolik che "pensa" a quello che sta facendo, e poi dialoga con Eva sul da farsi: mi è sembrato che stessero decidendo tutto sul momento...
    E poi quando Franca effettua la valutazione dei diamanti, che descrive ogni singola operazione (al suo complice).

    Sempre contento quando un avvocato corrotto stende i piedi in maniera violenta. :D

    Ho trovato i disegni un attimo meno accurati dello standard. :(
     
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    Preso e letto. Numero molto... meh in più di un caso.
    La trama ci può pure stare, ma mi è sembrata inutilmente intrecciata, nello svolgimento. Come se -e ancora non capisco dove- ci sia qualcosa che non quadra del tutto.
    Inoltre, solitamente una storia così sarebbe finita con il giudice buono che comunque ottiene prove per incastrare il clan che sta combattendo: invece l'intervento di Diabolik intralcia totalmente la Legge e nemmeno per uno scopo "o tutto o niente".
    Pure il finale, con Franca avvicinata dagli uomini di Wess, mi lascia perplesso... non so nemmeno spiegare il motivo.
    Ripeto, la storia come "svolgimento" c'è: ma qualcosa non mi torna.

    Disegni: potrei dire che si sente un tocco di vintage, volendo trovare il lato positivo.
    D'altro canto, per quanto si intravede uno stile che in un futuro potrà funzionare, mi sono sembrati spesso raffazzonati o legnosi (nelle pose e movimenti). Alcuni volti sono terribili, e persino le anatomie, in certi casi, da rivedere. Mi hanno ricordato un po' quell'albo anni '70 (mi sfugge il titolo, ora, ma c'era un rifugio e Altea...) coi disegni davvero realizzati male...


    Insomma, storia promossa con molte riserve.
    Copertina BELLISSIMA, colori davvero fantastici.

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    CITAZIONE (MikiMoz @ 4/5/2019, 11:40) 
    Pure il finale, con Franca avvicinata dagli uomini di Wess, mi lascia perplesso... non so nemmeno spiegare il motivo.

    L'aspettavano fuori dall'azienda per avere i diamanti, ma Diabolik ed Eva li hanno anticipati, così si sono insospettiti o hanno pensato che volesse tradire la banda... che si è capito come funziona...
     
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    CITAZIONE (Gas75 @ 4/5/2019, 17:06) 
    CITAZIONE (MikiMoz @ 4/5/2019, 11:40) 
    Pure il finale, con Franca avvicinata dagli uomini di Wess, mi lascia perplesso... non so nemmeno spiegare il motivo.

    L'aspettavano fuori dall'azienda per avere i diamanti, ma Diabolik ed Eva li hanno anticipati, così si sono insospettiti o hanno pensato che volesse tradire la banda... che si è capito come funziona...

    Sì, ma mica non ho capito come funziona, è che proprio la scena mi lascia perplesso e non so perché... Nel senso, basta che parli il giudice rapito da Dk per far capire che c'era il criminale dietro la questione, e Wess dovrebbe lasciar perdere Franca, vittima lei stessa del ladro... Mi è sembrato un po' lasciato a caso, ecco...


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    Gli imprevisti accadono, ma se succede a Diabolik e Eva di trovarli sulla loro strada, la realizzazione di un colpo si complica tremendamente.
    Questa storia è bella ma non lascia strascichi emotivi degni di nota. La scena più apprezzabile è quella del riflesso dell'ombra di Diabolik nel bicchiere dell'avvocato, soprattutto il lancio del coltello che ne segue. Una nota sui disegni di Muscatiello, non ancora brillanti ma lasciano il segno nella tavola 9 (mi ha ricordato il numero 1 questa inquadratura) e nella splash page , che riassume la scena precedentemente riportata. Copertina di buon livello, soprattutto per il volto di Eva in ombra, e retro classica.
     
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  8. fedepyni
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    Finito di leggere oggi.

    Ho trovato il soggetto in sé interessante sotto certi aspetti: la contrapposizione tra Diabolik e il clan Wess per la realizzazione del colpo, qualche cenno al mondo giudiziario, anche la figura di Franca tutto sommato.

    Ho trovato invece problematica la sceneggiatura: tutta ingarbugliata e piena di spiegoni, con un finale forse motivato da esigenze di lunghezza, i dialoghi macchinosi e poco naturali. Una cosa che non mi ha convinto è stata la cattura del killer: oltre al fatto che non viene mostrata e dunque avviene inspiegabilmente; ma sapendo pure di essere stato visto, mi sembra improbabile che Vittorio non si sia nascosto da qualche parte. Certo, in questo modo avremmo avuto una storia completamente diversa, però magari più verosimile.

    Capitolo disegni a parte: da Muscatiello mi aspettavo tantissimo. Anche perché avevo trovato il suo profilo Deviantart ( www.deviantart.com/muscatiello/gallery/), dove ci sono delle cose interessantissime su Diabolik, che ricordano incredibilmente Zaniboni. E invece è andata diversamente. A questo punto bisognerebbe vedere Muscatiello non inchiostrato da Montorio e Merati.

    Insomma, un albo che mi ha lasciato l'amaro in bocca.


    CITAZIONE
    (MikiMoz) Mi hanno ricordato un po' quell'albo anni '70 (mi sfugge il titolo, ora, ma c'era un rifugio e Altea...) coi disegni davvero realizzati male...

    Intendi "Agguato al Rifugio" disegnato da Berselli?
     
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    CITAZIONE (fedepyni @ 5/5/2019, 11:56) 
    Intendi "Agguato al Rifugio" disegnato da Berselli?

    Yes, proprio quello.
    Un albo dove le anatomie era un optional, e gli sfondi sembravano messi a caso senza tenere conto delle prospettive e delle grandezze degli stessi e dei personaggi.
    Disegni molto legnosi, come nel caso di questo albo... che ha però il pregio di ricordare, in certi frangenti, quel tocco vintage-naif imperfetto dei primissimi albi. Ma non so se può essere considerato un pregio, almeno da molti...

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  10. fedepyni
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    In effetti hai ragione, ricordano il tratto di Berselli (che tra l'altro aveva disegnato anche il precedente "Grilletto Facile" dove c'è una sorta di Ispettore Callaghan, sia nell'aspetto fisico che nella psicologia). Però forse Bonato è peggio...
     
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    CITAZIONE (fedepyni @ 5/5/2019, 15:55) 
    In effetti hai ragione, ricordano il tratto di Berselli (che tra l'altro aveva disegnato anche il precedente "Grilletto Facile" dove c'è una sorta di Ispettore Callaghan, sia nell'aspetto fisico che nella psicologia). Però forse Bonato è peggio...

    Grilletto Facile, però, non era pietoso come Agguato al Rifugio.
    Quest'ultimo, su più di 850 albi letti, posso dire che sia quello disegnato peggio.
    Beh, Scomoda Testimone lo tallona di brutto, ma nella seconda parte dell'episodio vedo già passi da gigante! :D

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  12. fedepyni
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    Hanno pubblicato sul sito FB le matite senza le chine; direi che hanno uno stile piuttosto differente da quello poi definitivo...
     
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    CITAZIONE (fedepyni @ 8/5/2019, 08:37) 
    Hanno pubblicato sul sito FB le matite senza le chine; direi che hanno uno stile piuttosto differente da quello poi definitivo...

    Quindi il problema è aver inchiostrato? :o

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  14. fedepyni
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    Dovrebbero provare con le tempere la prossima volta... A parte gli scherzi, spero che Muscatiello provi a inchiostrare da solo i propri disegni, mi sembra che rendano di più!
     
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    Dalla pagina FB della Redazione Astorina (https://www.facebook.com/DiabolikUfficiale...0325?__tn__=K-R):

    SCOMODA TESTIMONE: dietro le quinte di Enrico Lotti e Alessandro Mainardi.

    Gli sceneggiatori Lotti e Mainardi ci raccontano alcune curiosità sull'inedito attualmente in edicola.
    Data la natura dell’articolo, è necessario che abbiate letto prima l'albo perché non solo certe informazioni si apprezzano solo conoscendo la trama in questione ma, soprattutto, la lettura di questo testo potrebbe rovinarvi i colpi di scena presenti. Quindi se ancora non lo avete letto ma avete intenzione di farlo, NON PROSEGUITE OLTRE LA LETTURA.

    DAL TITOLO ALLA STORIA.
    Il primo titolo, provvisorio, che avevamo proposto è stato "Proteggete Eva!" Fin da subito, infatti, volevamo rinchiudere Eva in una safe house, guardata a vista da poliziotti che ignorano la sua identità ma che devono proteggerla da una probabile ritorsione.
    Come sempre accade, poi, durante lo sviluppo del soggetto, per scrivere “la storia" intorno a questo spunto, molto è stato messo nero su bianco e altrettanto cancellato e riscritto (alcune tra le modifiche principali ve le raccontiamo qui sotto) e quindi anche il titolo ha assunto via via una forma più definita e adatta alla storia che andava delineandosi.
    Il titolo definitivo è diventato perciò "Scomoda testimone", molto vicino a quello che avevamo proposto alla luce della versione finale del soggetto "Una scomoda testimone", che voleva essere un omaggio al film di Peter Yates, Eyewitness (nell’edizione italiana Uno scomodo testimone) con Sigourney Weaver e William Hurt.

    GINKO O NON GINKO?
    Nella primissima versione, il coordinamento delle operazioni di polizia era affidato a Ginko. Era lui, infatti, a prendere in carico la sorveglianza delle testimoni e a guidare le operazioni contro il clan mafioso.
    Poi, però, abbiamo realizzato come la presenza di Diabolik non fosse in effetti manifesta ai personaggi del racconto, e quindi come Ginko non avesse questa gran ragione di vivere questa avventura. Abbiamo quinti optato per un collega più anonimo.
    Forse, però, sotto sotto c’era un altro motivo dietro il “licenziamento” di Ginko: avere tra le mani Eva, per tutta la durata dell’episodio, senza mai sospettarlo, e vedersela per giunta filare via sotto il naso per il colpo finale… be’ forse ci sembrava una beffa troppo crudele per il nostro Ispettore.

    FRANCA, DA VITTIMA...
    Un’altra sostanziale modifica è avvenuta intorno al personaggio di Franca che, in un certo senso, è diventata via via più cattiva man mano che si avvicendavano nuove versioni del soggetto.
    Nella prima versione, Franca era una brava e stimata professionista (gemmologa e periziatrice, questo lo è sempre stata) ed Eva decideva di affiancarla sotto le spoglie di Camilla, in attesa del momento giusto per mettere a segno il colpo. Entrambe si ritrovavano sempre testimoni di un omicidio, entrambe finivano sotto protezione ed entrambe diventavano bersagli del clan malavitoso che aveva tutto l’interesse a eliminarle. In questa prima proposta, dopo varie vicissitudini, entrambe ne uscivano vive e vegete, e il finale metteva in scena un triplo travestimento di Eva che, con le maschere prima di Camilla, poi di Franca e infine di nuovo di Camilla, riusciva a sfuggire alla polizia e a mettere a segno il colpo. Probabilmente (sicuramente!) troppe cose e troppo complicate.

    … A VILLAIN
    Così, Franca è maturata e, tutt’altro che ingenua o sprovveduta, è diventata una sorta di quinta colonna del clan. Infatti riesce, apparentemente e senza sospettarlo, a mettere i bastoni tra le ruote ai nostri e ad anticiparli, esibendosi in un trucco di manipolazione e prestidigitazione. Nello scrivere questa scena, eravamo in dubbio: temevamo che le manovre messe in atto da Franca fossero troppo impegnative per una dilettante. Ma con nostra sorpresa abbiamo scoperto che in redazione sono grandi esperti di giochi di prestigio e illusionismo, e ci hanno assicurato che, con un poco di prove, ognuno di loro avrebbe potuto eseguire facilmente quel trucco. La cosa ci ha rassicurati, anche se ci ha lasciati con un pizzico di invidia :) per non essere altrettanto abili.

    LA DURA VITA DEL KILLER
    Mestiere difficile, quello del killer professionista. Almeno in questa storia. I diversi rifacimenti del soggetto facevano variare, e non di poco, il suo ruolo (ma non la sua sorte…).
    In una delle stesure iniziali, il killer, non appena catturato, per evitare l’ergastolo decideva di collaborare con la polizia. In questa versione, Ginko (c’era ancora lui!) tendeva una trappola al clan, facendo circolare nei bassifondi la voce con l’esatta ubicazione della safe house per indurre i malavitosi ad attaccarla e a credere di aver ucciso le testimoni. Testimoni che, invece, erano state spostate in un’altra località protetta ed erano state sostituite da due poliziotte pronte a mettere a rischio la propria vita.
    Con la scomparsa delle testimoni, poi, veniva perciò meno la possibilità di celebrare il processo: il killer veniva quindi rilasciato, ma solo perché, come stabilito nel suo accordo con la polizia, aiutasse a “incastrare” i capi dell’organizzazione criminale. Questa idea è stata però scartata subito perché implicava una figura del killer troppo “ingestibile”: il killer avrebbe potuto mentire alla polizia e, una volta libero, fuggire; oppure avrebbe potuto essere scoperto dai capi mandando quindi all’aria l’unica possibilità di imbastire un processo contro di loro; oppure sarebbero potuti accadere altri eventi minori per i quali non ci sentivamo di avere un pieno e plausibile controllo delle azioni di questo criminale.
    Una versione alternativa immaginava allora che fosse Diabolik a infiltrarsi nel carcere e a uccidere il killer per ottenere un risultato analogo: impossibilità di procedere con un processo e immediato rilascio delle testimoni, con la conseguente possibilità per Eva di rimettersi subito al lavoro sul colpo previsto. In un’altra versione ancora, l’uomo moriva in carcere, tolto di mezzo da scagnozzi infiltrati dei suoi committenti malavitosi.
    Anche queste due versioni sono state però scartate perché conducevano a un vicolo cieco della storia.
    Nella versione che avete letto, infine, la sorte del killer non cambia, ma, se possibile, persino peggiora: oltre a lasciarci le penne, infatti, prima gli viene anche un gran mal di pancia.

    GHIACCIO BOLLENTE
    Com’è consuetudine, ogni scena viene valutata con una grandissima attenzione ai particolari, e talvolta nascono dubbi o domande che non erano stati immaginati nelle fasi di lavorazione precedenti.
    Ne è un esempio la scena in cui Diabolik si nasconde in casa dell’avvocato Massimo Bender, per attenderne l’arrivo. A sera inoltrata, l’avvocato torna a casa e, mentre si prepara da bere, riesce a scorgere la sagoma del nostro riflessa nel miscelatore del cocktail. La situazione sembra normale: un uomo torna a casa e vuole prepararsi un drink per concludere una giornata molto impegnativa; prende perciò il ghiaccio dal secchiello e lo mette nel miscelatore con i suoi spiriti preferiti, confidando di non avere un assassino alle spalle ma di potersi accomodare sul divano.
    La domanda che ci è stata posta dopo la prima revisione della sceneggiatura è però stata: vediamo che il secchiello era già sul mobiletto, pieno di ghiaccio, prima che il padrone di casa tornasse… ma come mai il ghiaccio non si era sciolto?
    Dobbiamo confessare che la cosa ci era proprio sfuggita.
    Abbiamo provato a immaginare una risposta plausibile: forse una diligentissima colf, prima di andarsene, aveva predisposto tutto l’occorrente per i cocktail ai quali l’avvocato Bender ama indulgere per rilassarsi; o forse lo stesso Bender provvedeva a mettere il ghiaccio nel secchiello prima di uscire, in modo da trovare al suo rientro i cubetti sciolti solo parzialmente, per una sua personalissima ricetta di cocktail; o forse…
    Alla fine, la scena è comunque passata e dal momento che Bender è morto, abbiamo il sospetto che non lo sapremo mai… ;)

     
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