AMORE CRIMINALE

Anno LIX N°9 (883)

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    Re del terrore

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    Soggetto: M. Gomboli e A. Pasini
    Da un'idea di M. Iudica
    Sceneggiatura: R. Altariva
    Disegni: E. Bonetti
    Copertina: M. Buffagni
    Anno LIX N°: 9 -Data uscita: 01/09/2020

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    Giulia e Bruno si amano, ma soprattutto amano la violenza, il rischio, il brivido che dà l'essere dei rapinatori. Sulle loro tracce sono sia i poliziotti che Diabolik: chi sarà il primo a trovarli?
     
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    L’inedito di settembre si presenta con una copertina ben definita, rappresenta attraverso frammenti di particolari ben incisi, il mondo opposto alla civiltà comune, almeno volendo rappresentare cittadina modello di un certo garbo Clerville e dintorni, oltre la soglia delle azioni del Re del Terrore. Qui sono protagonisti due ragazzi che possiamo rappresentare in un confronto cercato, l’alter ego di Diabolik e Eva dei primi anni. Vero che Eva era succube del lato criminale del compagno, ma il tempo ha saputo pianificare il comportamento iniziale di Diabolik, che inizialmente uccideva a sangue freddo chiunque perché indifferente al significato violento del termine.
    Giulia e Bruno li possiamo vedere come uno di quei casi di intolleranza verso il bene comune, fino ad arrivare a scavalcare il confine pur di impossessarsi di una libertà inesistente. Agiscono contro per avere tutti contro, certi di poter pianificare ogni aspetto della vita, non tenendo conto del destino, che non ha proprietà alcuna nell’organizzazione, anche malefica, di un azione. Condannati sin da subito dalle autorità, ma anche dal lettore modello, dimostrano con la loro arroganza una non indifferente dismisura con l’autocontrollo.
    Diabolik poteva benissimo stare fuori da tutto questo, e comunque rimane fuori giustamente dall’aspetto crudele che la vicenda ha evidenziato, ma il bottino accumulato dai due delinquenti fà gola anche a lui. Agisce per il proprio tornaconto calcolando le mosse dell’ispettore Ginko, che deve misurarsi con la realtà dei fatti, con i suoi uomini che in più di un’occasione danno ad intendere che non avranno pietà se necessario verso i ricercati, per vendetta verso i numerosi colleghi uccisi. L’ispettore non può far altro che cercare di allentare questa situazione con scontri leciti, ma questo non riesce e sarà proprio lui a chiudere il conto.
    Di “Amore criminale” possiamo dire brillante l’idea della gabbia costruita sui fatti descritti, dovendo agire in una direzione che non dà possibilità di esimersi da scene forti, e si assolve la violenza come atto unico di necessità di mettersi in gioco (Giulia e Bruno). Quindi lode alla sceneggiatura di Roberto Altariva, per un soggetto di Gomboli, Pasini, Iudica ben equilibrato. Disegni nella media, buoni, ho piena fiducia nel debuttante (su Diabolik) di Elia Bonetti, che conosco e apprezzo da anni. Eva nella vasca è un must che ha saputo rappresentare molto bene, rimanendo nel suo stile.
     
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    STORIA DI UNA STORIA
    Michele Iudica ci racconta dell'idea che ha dato origine all'inedito di settembre: "Amore criminale".
    L’IDEA: L’idea alla base di questa storia era già piuttosto definita nella mia mente: due ragazzi estremamente violenti, spietati e innamorati tra di loro (“Bonnie e Clyde”), che realizzano rapine e ammazzano senza alcuna pietà chiunque si frappone tra loro e l’obiettivo, compresa la polizia. In conseguenza di ciò, molti poliziotti avrebbero voluto uccidere senza pietà i due, mentre Diabolik ed Eva, ovviamente non per bontà d’animo, avrebbero difeso la coppia criminale. Su questa base ho scritto poi il soggetto vero e proprio.
    CAMBIO STRUTTURA: Nella mia versione, prima delle modifiche di Gomboli e Pasini, avevo dato molto risalto all’indagine di Ginko che cercava di scoprire il prossimo obiettivo di Bonnie e Clyde. Diabolik monitorava le indagini di Ginko e, con l’aiuto di Eva, preparava le giuste protezioni proprio perché ben consapevole del carattere autodistruttivo dei due: il tutto culminava in una spaventosa sparatoria fuori da una gioielleria e Bonnie e Clyde si salvavano grazie ai trucchi di Diabolik ed Eva. Questa struttura ha subito notevoli modifiche poiché il Direttore Gomboli ha voluto dare molto risalto alle figure dei due criminali innamorati, approfondendo la loro storia, le loro motivazioni e i loro caratteri.
    CRUDELTÀ ECCESSIVA?: Molti lettori diaboliki hanno trovato la storia eccessivamente crudele e dura. Personalmente, la storia ha dato le emozioni e le sensazioni che mi aspettavo e che volevo sia perché ho sempre amato scrivere storie dure e kattive, prive di buoni sentimenti, sia perché, probabilmente, sono molto più sanguinario persino del buon Andrea Pasini, che in redazione è l’autore più “kattivo” di tutti.

    AMORE CRIMINALE Dietro le quinte di Roberto Altariva
    Lo sceneggiatore Roberto Altariva ci racconta alcune curiosità sull'inedito attualmente in edicola.
    Data la natura dell’articolo, è necessario che abbiate letto prima l'albo perché non solo certe informazioni si apprezzano solo conoscendo la trama in questione ma, soprattutto, la lettura di questo testo potrebbe rovinarvi i colpi di scena presenti. Quindi se ancora non lo avete letto ma avete intenzione di farlo: NON PROSEGUITE OLTRE LA LETTURA.
    UNA STORIA DIVERSA – Quello che mi ha affascinato fin da subito, quando ho ricevuto il soggetto di questo episodio da trasformare in sceneggiatura, è stata la possibilità di narrare una storia di Diabolik differente dal solito, meno incentrata sui trucchi e i colpi di scena, e più sui personaggi. Figure per me molto interessanti, perché giovani amanti criminali, brucianti di rabbia giovanile e portati all’autodistruzione. Due “assassini nati” (per citare il titolo di un noto film di Oliver Stone, che in realtà non ho mai apprezzato) non facili da delineare, che rappresentavano anche una sfida per delinearli al meglio, scavando all’interno della loro psiche distorta. In particolare era lei, tra i due, che doveva risultare il personaggio più affascinante e folle, tutt’altro che facile da costruire.
    UN MISTERO POCO MISTERIOSO – Nella parte iniziale della storia, vediamo Diabolik introdursi a casa di qualcuno, di cui non viene mostrato il volto, per poi narcotizzarlo e farlo portare via da Eva perché Diabolik possa prendere il suo posto. Il volto dell’uomo a cui il criminale si sostituisce non viene mostrato e l’idea era di far sì che i lettori avessero il dubbio se si trattasse di Logan, il detective dell’assicurazione, o del sergente della squadra di Ginko. In realtà, per come è stata costruita la storia, mi sono reso conto presto che tutti avrebbero immaginato che il rapito fosse il detective, e per un attimo ho pensato di cambiare la scena e mostrare direttamente il suo volto, ma poi ho deciso di lasciarla così; perché in fondo anche il piccolo dubbio che suscitava aveva il suo valore.
    BONNIE & CLYDE – Al di là del film di Stone, il riferimento diretto per i due protagonisti erano i due celebri amanti criminali degli anni ’30 del secolo scorso negli U.S.A.; per mantenere un piccolo riferimento alla celebre coppia di rapinatori avevo deciso di tenere le iniziali dei loro nomi, scambiandole, per cui i due nella mia sceneggiatura si chiamavano Bruno e Cinzia. Dato però che una ragazza di nome Cinzia appariva nel retrocopertina del Diabolik Swiisss in uscita nella seconda metà di agosto (“Vince la Morte”), all’ultimo momento in redazione hanno deciso di cambiare nome alla “mia” Cinzia per non avere in edicola due albi in contemporanea con una Cinzia sul retro, e così la metà femminile della coppia è diventata Giulia. Devo dire che – stranamente – un po’ mi è dispiaciuto, perché io mi ero affezionato al nome precedente.
    LA LADRA E IL FIGLIO DI PAPÀ – La storia prevedeva a un certo punto un lungo flashback che mostrasse come i due giovani rapinatori si erano incontrati e come si era sviluppato il loro rapporto, sia amoroso che criminale. La domanda che mi sono dovuto porre e “come far incontrare in modo interessante un ragazzo ricco con una giovane criminale?”. L’idea più immediata era che Giulia/Cinzia derubasse Bruno, lui la scoprisse e mostrasse interesse per lei senza curarsi dei soldi che lei gli aveva sottratto; pensandoci sopra, però, mi sono reso conto che mi sarebbe piaciuto di più se lei avesse derubato qualcun altro, magari un amico del ragazzo o comunque un suo conoscente, e lui – attratto anche dall’indole criminale della ragazza – invece di denunciarla avesse voluto conoscerla e frequentarla. Da lì è nata l’idea dell’incontro tra i due a un party dei giovani figli di papà a cui lei si è imbucata.
    Il resto del flashback è stato invece è basato principalmente su idee suggerite da Andrea Pasini.
    NIENTE "PAPPA PRONTA" – Inizialmente si era pensato di far trovare nel cellulare del padre di Bruno, morto, il testo di un sms non ancora inviato, in cui l’uomo accusava il figlio di essere coinvolto nelle rapine alle gioiellerie. Si è poi ritenuto che non fosse necessario far trovare a Ginko un messaggio che gli desse la certezza che Bruno era il colpevole, d’altra parte era chiaramente il più sospettabile e non ci voleva molto perché Ginko immaginasse come erano andate le cose, senza bisogno di fargli trovare “la pappa pronta”.
    LA FINESTRA CHE NON C'È – Durante lo scontro finale tra i due rapinatori e la polizia, avevo previsto che Bruno, colpito a morte, cadesse dalla finestra sul davanti della villa, finendo a terra vicino all’ingresso, in modo che poi la ragazza, dopo essere uscita dall’ingresso sparando a tutto spiano, colpita pure lei, cadesse poco distante dal suo amante e si trascinasse per raggiungerlo e morire accanto a lui. Una scena che immaginavo struggente, che avrebbe suscitato sentimenti forti anche in Eva, che la vedeva da lontano e non poteva che immedesimarvisi.
    Sorse però un problema... il disegnatore, per distrazione, invece che una finestra, aveva inserito un balcone sopra all’ingresso della villa. Modificare la sceneggiatura, facendo uscire i due ragazzi sul balcone all’arrivo della polizia, avrebbe richiesto l’aggiunta di qualche vignetta, scombinando quanto già scritto. Visto però che il piano superiore della villa era più corto rispetto a quello inferiore, si è potuto farlo precipitare da una finestra laterale, cadendo dalla quale finisce su una porzione del tetto del piano di sotto e poi ruzzola giù cadendo accanto all’ingresso.
    IL TITOLO: Il titolo di lavorazione era “Bonnie & Clyde” e ovviamente non avrebbe potuto restare quello definitivo. Tra le mie proposte, quella a cui puntavo maggiormente era “Amore e Morte”, ma poco dopo che avevo consegnato la sceneggiatura venne deciso di utilizzare quel titolo per il secondo numero del “Diabolik Magnum”. È stato quindi scelto di usare “Amore Criminale”, un altro titolo che avevo proposto, ma che avrei preferito non fosse il prescelto per via dell’omonima trasmissione televisiva.
     
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    Sbaglio o c'è anche, nella prima rapina, una citazione di Commando?
    Il Beh, ti ho mentito, nella fattispecie.
     
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3 replies since 28/8/2020, 11:42   436 views
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