AMORE CRIMINALE

Anno LIX N°9 (883)

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  1. Toni.M
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    Re del terrore

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    L’inedito di settembre si presenta con una copertina ben definita, rappresenta attraverso frammenti di particolari ben incisi, il mondo opposto alla civiltà comune, almeno volendo rappresentare cittadina modello di un certo garbo Clerville e dintorni, oltre la soglia delle azioni del Re del Terrore. Qui sono protagonisti due ragazzi che possiamo rappresentare in un confronto cercato, l’alter ego di Diabolik e Eva dei primi anni. Vero che Eva era succube del lato criminale del compagno, ma il tempo ha saputo pianificare il comportamento iniziale di Diabolik, che inizialmente uccideva a sangue freddo chiunque perché indifferente al significato violento del termine.
    Giulia e Bruno li possiamo vedere come uno di quei casi di intolleranza verso il bene comune, fino ad arrivare a scavalcare il confine pur di impossessarsi di una libertà inesistente. Agiscono contro per avere tutti contro, certi di poter pianificare ogni aspetto della vita, non tenendo conto del destino, che non ha proprietà alcuna nell’organizzazione, anche malefica, di un azione. Condannati sin da subito dalle autorità, ma anche dal lettore modello, dimostrano con la loro arroganza una non indifferente dismisura con l’autocontrollo.
    Diabolik poteva benissimo stare fuori da tutto questo, e comunque rimane fuori giustamente dall’aspetto crudele che la vicenda ha evidenziato, ma il bottino accumulato dai due delinquenti fà gola anche a lui. Agisce per il proprio tornaconto calcolando le mosse dell’ispettore Ginko, che deve misurarsi con la realtà dei fatti, con i suoi uomini che in più di un’occasione danno ad intendere che non avranno pietà se necessario verso i ricercati, per vendetta verso i numerosi colleghi uccisi. L’ispettore non può far altro che cercare di allentare questa situazione con scontri leciti, ma questo non riesce e sarà proprio lui a chiudere il conto.
    Di “Amore criminale” possiamo dire brillante l’idea della gabbia costruita sui fatti descritti, dovendo agire in una direzione che non dà possibilità di esimersi da scene forti, e si assolve la violenza come atto unico di necessità di mettersi in gioco (Giulia e Bruno). Quindi lode alla sceneggiatura di Roberto Altariva, per un soggetto di Gomboli, Pasini, Iudica ben equilibrato. Disegni nella media, buoni, ho piena fiducia nel debuttante (su Diabolik) di Elia Bonetti, che conosco e apprezzo da anni. Eva nella vasca è un must che ha saputo rappresentare molto bene, rimanendo nel suo stile.
     
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3 replies since 28/8/2020, 11:42   446 views
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